La situazione americana è gravissima e preoccupa il mondo intero. Ma, allo stesso tempo, è possibile non vedere quanto tutto quello che viene dagli Usa oggi sia... grottesco?
Il 21 febbraio del 1925 arrivava in edicola il primo numero della rivista che avrebbe cambiato la cultura americana prima e mondiale poi, mantenendo sempre l'indispensabile puzza sotto il naso.
Trent'anni fa Walter Veltroni, all'epoca direttore del quotidiano, lanciava la prima serie di grandi film in cassetta da vendere in allegato: un «arredamento ideologico» che racconta i cambiamenti della politica e del Paese.
Con il sostegno a Donald Trump, la trasformazione di Musk si è compiuta: da genio che avrebbe dovuto salvare il mondo a villain che contribuirà a distruggerlo.
Gli Stati Uniti, in questi anni, hanno perso soprattutto la loro egemonia culturale sull’Occidente: lo vediamo dal cinema, dalla tv e dalla letteratura, non più influenti come sono stati negli ultimi 50 anni.
Quando uscì, nel 2001, fu stroncato dalla critica, ma negli anni è stato rivalutato da fan che lo celebrano per quello che è: una commedia sguaiata e imbarazzante, un cult del summer camp movie.
Dopo la pessima performance del marito nel dibattito televisivo contro Trump, la foto della First Lady ha acceso altre polemiche: c'è chi dice che sta cercando di salvare la campagna elettorale di Joe e chi la accusa di aver peggiorato la situazione.
Il documentario su Dario Bellezza, il "Rimbaud di Monteverde", su Sky Arte dal 29 giugno, è un'altra conferma del sorprendente ritorno della passione per poeti e poetesse.
Appena uscito per Adelphi, il nuovo romanzo di Michele Masneri racconta le capitali della "nazione dei creativi", Roma e Milano, e i personaggi ludici, patetici, toccanti, circensi che popolano queste due città.
L'autrice di Biografia di X parla dell'atto di inventare personaggi e Paesi, di tecnologia nei romanzi e di collezionare cimeli di scrittrici morte.
La conversione al cattolicesimo, il brutto rapporto coi social, l'abitudine di scrivere all'alba e l'ossessione per la forma: abbiamo parlato con lo scrittore, poeta e autore teatrale premiato con il Nobel per la letteratura.
Il 3 giugno del 1924 Franz Kafka moriva a Kierling, in Austria. Nei cento anni passati da quel 3 giugno a questo, abbiamo assistito a una delle più grandi operazioni di mitizzazione e fraintendimento della storia della letteratura.
Biden, Trump, Sanders: negli Usa la questione dell’età è diventato un trending topic, ma da noi la totale preminenza dei decani attempati sulla scena pubblica non viene nemmeno messa in discussione.
Nel suo Un giorno nella vita di Abed Salama, con cui ha vinto il Pulitzer, Nathan Thrall racconta il conflitto israelo-palestinese a partire da un incidente stradale e mostra come in una zona di guerra anche l'architettura e l'urbanistica siano armi.
Il libro appena uscito di Filippo Ceccarelli, il documentario Netflix sugli anni giovanili, la miriade di film, articoli, saggi, aneddoti che lo riguardano sono la conferma di una cosa: la fascinazione per Berlusconi non è affatto finita.
In appena 160 pagine, lo scrittore completa la sua riflessione sulla percezione e sul significato della morte, resa tanto più personale dalla malattia che lo aveva colpito e dalla tragica morte del figlio.