Ippopotami, gatti, cani, lucertole, pinguini, scoiattoli: la storia di internet è fatta di animali che abbiamo venerato, soprattutto perché ci permettevano di ignorare gli altri esseri umani.
La serie più premiata nella storia degli Emmy segna l'apice della Prestige Tv e, probabilmente, anche la sua fine.
Personaggi magari sconosciuti agli adulti ma onnipresenti nei feed dei ragazzi: formano ormai un vero e proprio universo, caotico, contraddittorio e in certi casi inquietante.
Il film di Kirill Serebrennikov, presentato a Cannes e appena arrivato nelle sale italiane, è influenzato più dalla guerra in Ucraina che dal romanzo di Carrère.
Il supplizio tv, l’arrampicatrice con gli smart glasses, le vendette affidate a Instagram: lo scandalo del Ministro è una produzione fantozziano-hollywoodiana.
Il cult di Jacques Deray del 1969 è un concentrato di estetica Instagram: piscine, design, corpi sexy e seminudi.
L'attentato alla vita di Donald Trump segna il momento in cui il complottismo diventa ideologia dominante. Anche a sinistra, negli Stati Uniti come nel resto del mondo.
L'attrice, morta all'età di 75 anni, conosciuta per essere il volto terrorizzato del film di Kubrick, fu una vera icona hollywoodiana, prima di decidere che tutta quella fama, semplicemente, non le interessava più.
Il merchandise di lusso, le piattaforme streaming di nicchia, le sale d'essai e i film vecchi in lingua originale: l'industria cinematografica è in pericolo e in suo soccorso devono accorrere gli snob.
Il quarto capitolo della saga è in cima alla classifica dei film più visti su Netflix: capita raramente, ma stavolta l'operazione nostalgia funziona.
Cominciata un secolo fa con la diaspora italiana, ha attraversato Il padrino e I Soprano, e con The Bear è arrivata al suo apice.
Le elezioni europee hanno confermato il "melonismo" come una tendenza che tutte le destre cercano di seguire. Tanto che pure i leader di questa parte politica, da Abascal a Orbán e adesso anche Le Pen, riconoscono ormai il primato italiano.
Questa campagna elettorale resterà probabilmente nella storia come il momento in cui ci siamo accorti che il confine tra politica e meme ormai non esiste più.
Dopo la prima a Cannes è arrivato nelle sale Furiosa: A Mad Max Saga, il sequel del film con il quale quasi dieci anni fa George Miller ha cambiato la storia degli action movies.
Con Megalopolis, il suo nuovo (e forse ultimo) film, vuole ridicolizzare l'industria cinematografica e dimostrare che non c'è forza più grande della volontà di un regista. Nemmeno a Hollywood.
Intervista a Raffaele Petrini e Alessandro Tavola, fondatori della casa di distribuzione che in questi giorni ha riportato in sala L'odio di Kassovitz e che sta facendo riscoprire i classici a una nuova generazione di spettatori.