Le conseguenze tutte politiche della fine del processo sul caso Ruby e i suoi effetti sulle riforme, il futuro di Forza Italia e del suo leader, e quel centrodestra in ordine sparso che ricorda molto l'unione prodiana.
L'elenco di buone intenzioni svelato ieri da Renzi e dal ministro Orlando sulla riforma della giustizia funziona solo se non rimane un elenco e se sui punti caldi viene applicato il metodo Suarez e non quello De Sciglio. Se non ora quando?
L'inversione a U dello stato maggiore del Movimento 5 stelle sulle riforme sa di mossa della disperazione, ma sottolinea anche una questione tutta politica: se il M5s si limita all'intransigenza, è condannato all'irrilevanza.
Dati alla mano, il Pd ha stravinto. Ha perso però quelle città in cui, nella sfida fra innovazione e conservazione, agli occhi degli elettori ha rappresentato la seconda. Un segnale di cui il governo dovrà tenere conto.
Ve li ricordate quelli che il leader mai e poi mai, meglio la ditta, Berlusconi al Nazareno no, la vocazione maggioritaria per carità, meglio con Grillo (o con Di Pietro) che da soli, e mamma mia che orrore le capolista "veline"?
Il 25 maggio si avvicina e la campagna elettorale per le europee non risparmia colpi. Ma qual è la vera posta in palio di queste elezioni? La chiave per il premier Renzi, ancora una volta, è l'approvazione dell'Italicum.
Nel senso della primogenita di Berlusconi e delle voci relative a una sua possibile entrata in politica. Cosa c'è di vero e cosa no, e perché, a prescindere dai nomi, quello che veramente manca al centrodestra è un progetto politico per il futuro.
Che consistenza hanno le voci che parlano di elezioni a ottobre e perché la battaglia sull'approvazione della riforma elettorale diventerà sempre più importante per il governo.
Il punto della situazione nella relazione fra il presidente del Consiglio e il leader di Forza Italia. Perché, nonostante tutto, il patto politico per ora regge.
Perché la firma di Grillo e Casaleggio all'appello dei professori contro la riforma del Senato è una contraddizione enorme che iscrive ufficialmente il movimento grillino al partito della conservazione.
Sulle riforme bisognerà giudicarlo nelle prossime settimane ma intanto Renzi ha portato a casa un risultato politico molto importante: questo è il governo Renzi a tutti gli effetti. Ecco cosa significa.
Perché la missione europea del premier per convincere i partner della credibilità delle nostre riforme è molto complicata ma meno impossibile che in passato.
Perché a Berlusconi piace così tanto il governo Renzi? Un po' è sana ammirazione (e forse anche invidia), un po' strategia politica. Ecco quale.
Le conseguenze politiche dell'improvvisa decomposizione del mondo grillino e lo strano concetto di democrazia (e di parlamento) che aleggia da quelle parti.
Le consultazioni appena terminate hanno svelato un'altra faccia dell'operazione Renzi: il rapporto con le due opposizioni e, soprattutto, coi rispettivi elettorati. Ecco quale.
Altro che il FATE PIANO di Alfano, i veri dossier aperti per Renzi sono il ministero dell'Economia e lo stile tutto politico e concreto da imprimere al governo. Per fare le cose e per far dimenticare in fretta com'è nato.