Il governo vuole provare a porre un freno alle recensioni selvagge con un'apposita legge, ma ormai è troppo tardi, la situazione è irrecuperabile: l'uomo moderno o recensisce o non è.
Bergamo è davvero la migliore città italiana? E Reggio Calabria è proprio la peggiore? Ma, soprattutto, che senso hanno ormai le numerosissime e variegatissime classifiche della qualità della vita?
Mollare una carriera di successo per girare il mondo è una cosa che nella vita vera non succede quasi mai, ma sui giornali, invece, se ne legge in continuazione.
Da Savona a Taverna passando per Sant’Andrea di Conza, tante ambiscono al titolo e per arrivarci si producono in spericolate acrobazie, soprattutto linguistiche.
Libri, diete, persino l'educazione dei figli: l'ultimo trend che, stando ai suoi sostenitori, dovrebbe migliorarci la vita, sostiene che l'esempio da seguire sia l'uomo primitivo.
Non sembra anche a voi che sia diventato tutto troppo pistacchioso?
Il film di Gabriele Salvatores è invecchiato benissimo, soprattutto perché parla di una sensazione che proviamo tutti almeno una volta all'anno: la noia estiva.
Ogni anno i professori li costringono a leggere romanzi che non hanno nulla a che fare con l'atmosfera estiva e che andrebbero assegnati con un’enorme raccomandazione: non leggetelo in spiaggia.
Quelle in Francia e in Inghilterra, le presidenziali americane, la campagna elettorale in Messico e in Slovacchia: per qualche ragione, niente sembra divertirci come le elezioni, a patto che non si tengano in Italia.
Da giugno in poi i palinsesti televisivi si riempiono di repliche, con gli spettatori che si lamentano tanto ma che poi non resistono all'ennesima visione di Altrimenti ci arrabbiamo, Paperissima o Techetecheté.
Un tempo usanza invisa a tutti gli italiani, negli ultimi anni la coda è diventata un rito collettivo, una maniera con la quale dire di essere al posto giusto al momento giusto. Anche per ore.
Il Fuoco che ti porti dentro è il racconto del tormentato rapporto che lo scrittore aveva con la madre Angela, ma anche una critica alla mamma per come la intendiamo oggi, al suo ruolo e alla sua funzione.
Tutto è cominciato con il plastico della villa di Cogne: all'epoca l'ossessione per la cronaca nera veniva definita morbosa, oggi la chiamiamo true crime ed è uno dei nostri passatempi preferiti.
Gli articoli dei giornali sui primi bambini nati nel nuovo anno sono diventati più di un genere giornalistico: sono una sfida tra reparti maternità che si rinnova ogni anno, come una vera e propria tradizione delle feste.
Sappiamo benissimo che nonostante la consegna prevista e garantita entro il 23 non c’è alcuna sicurezza che i pacchi arrivino in tempo, eppure ogni anno vogliamo crederci lo stesso: sbagliando.
È uno dei momenti che ogni genitore teme: tornare a scuola da adulto assieme ai propri figli e scoprire che nel frattempo tutto è rimasto esattamente com'era.