Cose che succedono | Social
Le nuove regole di Meta permetteranno di dire cose orribili
Al video con cui Mark Zuckerberg ha annunciato la chiusura del programma di fact checking di terze parti su Meta, per ora entrata in vigore soltanto negli Stati Uniti – una decisione presa, a suo dire, a causa di «bias politici dei fact checker» e di «censura istituzionalizzata dall’Unione Europea» (disse quello che ha deciso di bannare i capezzoli dalla faccia della Terra) – sono seguite altre inquietantissime novità sul nuovo regolamento introdotto da uno Zuckerberg ormai entrato nel vivo del suo processo di “muskizzazione” e avvicinamento a Donald Trump. Le novità decise dal fondatore e Ceo di Meta riguardano gli aggiornamenti apportati a quella che si chiama “Hateful Conduct Policy”, ovvero l’insieme di limitazioni che proteggevano gli utenti dagli insulti degli hater e dai contenuti offensivi.
Nel nuovo regolamento si legge chiaramente che le limitazioni su argomenti come «immigrazione, identità di genere e questioni di genere» sono state completamente eliminate, perché secondo l’azienda sono «spesso parte del dibattito politico». «Non è giusto che certe cose possano essere dette in tv o in Parlamento ma non sulle nostre piattaforme», si legge in un testo firmato da Joel Kaplan, repubblicanissimo nuovo capo degli affari internazionali prontamente piazzato alla dirigenza Zuckerberg al posto del britannico Nick Clegg.
Interpretando le affermazioni di Meta, quello che adesso succederà è che agli utenti sarà consentito, ad esempio, di accusare persone di malattia mentale o anormalità in base al loro genere e orientamento sessuale «dati i discorsi politici e religiosi sul transgenderismo, l’omosessualità e l’uso comune e non serio di parole come “strano”», si legge nella nuova policy. Come ha segnalato Wired, grazie a queste nuove regole sarà possibile riferirsi alle donne come oggetti domestici o proprietà e alle persone transgender o non binarie come a “esso” (affermazioni di questo tipo sarebbero finora state bloccate). Nelle linee guida si legge anche che da ora saranno permessi «contenuti che chiedono limitazioni basate sul genere per accedere a professioni nell’ambito militare, nelle forze dell’ordine e nell’insegnamento» perché «a volte le persone usano un linguaggio di esclusione per il sesso o il genere quando discutono dell’accesso a spazi spesso limitati dal sesso o dal genere. Ad esempio ai bagni, a scuole specifiche, a ruoli specifici nell’esercito, nelle forze dell’ordine o nell’insegnamento, e a gruppi sanitari o di supporto».