Si intitola More, uscirà il 6 giugno e il primo singolo, "Spike Island", è già disponibile.
Alla prossima Mostra del cinema di Venezia, Werner Herzog verrà premiato con il Leone d’oro alla carriera
«Questa la considero una medaglia», ha detto il regista, che ne ha approfittato anche per ricordare a tutti i numerosi nuovi progetti ai quali sta lavorando.

«Sono profondamente onorato di ricevere il Leone d’oro alla carriera dalla Biennale di Venezia. Ho sempre cercato di essere un buon soldato del cinema e questa la considero una medaglia per il mio lavoro. Grazie. Tuttavia non mi sono ancora ritirato. Lavoro come sempre. Qualche settimana fa ho terminato un documentario in Africa, Ghost Elephants, e in questo momento sto girando il mio prossimo lungometraggio, Bucking Fastard, in Irlanda. Sto realizzando un film d’animazione basato sul mio romanzo The Twilight World, e interpreterò la voce di un personaggio nel prossimo film d’animazione di Bong Joon-ho. Non sono ancora finito». Con queste parole Werner Herzog ha commentato la decisione della Mostra del cinema di Venezia di assegnare a lui il Leone d’oro alla carriera dell’edizione 2025 (in programma dal 27 agosto al 6 settembre).
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Segni di vita, Nosferatu – Il principe della notte, Aguirre, furore di Dio, Fitzcarraldo, Il cattivo tenente – Ultima chiamata New Orleans e Grizzly Man: questi sono i titoli che il direttore della Mostra internazionale d’arte cinematografica, Alberto Barbera, ha citato nell’annuncio del premio. Un annuncio nel quale Barbera ha toccato anche discrete vette “poetiche”: ha definito Herzog «cineasta fisico e camminatore instancabile, Werner Herzog percorre incessantemente il pianeta Terra inseguendo immagini mai viste, mettendo alla prova la nostra capacità di guardare, sfidandoci a cogliere ciò che sta al di là dell’apparenza del reale, sondando i limiti della rappresentazione filmica alla ricerca inesausta di una verità superiore, estatica, e di esperienze sensoriali inedite». E ancora: «Geniale narratore di storie insolite, Herzog è anche l’ultimo erede della grande tradizione del romanticismo tedesco, un umanista visionario, un perlustratore instancabile votato a un nomadismo perpetuo, alla ricerca (com’ebbe a dire) «di un luogo dignitoso e conveniente per l’uomo, un luogo che è talvolta un Paesaggio dell’Anima».