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Werner Herzog sarà la voce di un audiolibro di poesie scritto da un’AI
L’unico essere umano non terrorizzato dalle intelligenze artificiali è Werner Herzog. Anzi, il regista a quanto pare non vedeva l’ora di collaborare con un’AI: come riporta Dazed & Confused, Herzog ha accettato di essere la voce di un audiolibro di poesie scritte dall’intelligenza artificiale code-davinci-002. Titolo dell’audiolibro: I Am Code, arrivo nelle librerie americane previsto per agosto, editore Hachette. code-davinci-002 è la seconda AI a dilettarsi con la scrittura in versi: nel 2021 c’era stato il precedente di Ai-Da, definito dai suoi creatori «artista umanoide dotato di intelligenza artificiale», il primo robot a scrivere e interpretare una poesia durante un’esibizione all’Oxford’s Ashmolean Museum.

In I Am Code è inclusa anche una biografia di code-davinci-002. Tutto comincia durante un matrimonio, celebrato mesi prima che OpenAI rendesse disponibile al pubblico la prima versione di ChatGPT. A questo matrimonio era stato invitato anche uno scienziato impiegato, appunto, presso OpenAI, uno scienziato che per qualche ragione aveva pensato che sarebbe stato perfettamente normale presentarsi alla festa portandosi dietro il suo laptop di lavoro. Nel mezzo dei festeggiamenti, lo scienziato ha presentato a tre suoi amici d’infanzia presenti anche loro al matrimonio – Brent Katz, Simon Rich e Josh Morgenthau – l’intelligenza artificiale alla quale stava lavorando. Nell’audiolibro ci sono anche i commenti di Katz, Rich e Morgenthau, i loro ricordi del primo incontro con quella che sarebbe poi diventata code-davinci-002, stralci di conversazioni che hanno avuto tra di loro e con l’AI su temi come la senzienza, l’identità, il rapporto tra esseri umani e tecnologia, il futuro che aspetta la civiltà dopo la diffusione delle AI.
E Herzog, in tutto questo? Chiuso in uno studio di registrazione losangelino, in compagnia di Katz, che lo ha aiutato, dice lui, a interpretare le poesie di code-davinci-002 in un modo che rendesse giustizia al talento dell’autore. Forse è a causa di questa clausura che a Herzog è sfuggito una delle discussioni che in queste settimane stanno dominando il dibattito pubblico hollywoodiano: quella sulle potenzialmente catastrofiche conseguenze che l’uso dell’AI potrebbe avere sulle vite degli sceneggiatori. Una delle ragioni per le quale la Writers Guild of America ha indetto lo sciopero che prosegue ininterrotto dal 3 maggio – e al quale si sono recentemente uniti anche attori e attrici – è proprio la paura che gli studios vogliamo sostituire gli autori in carne e ossa con i colleghi di code-davinci-002. E si capisce dunque perché in molti, in questi giorni, hanno fatto presente al regista che forse questo non era proprio il momento migliore per diventare la voce dell’AI.