Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.
C’è una fattoria in California che organizza videochiamate con gli animali
Tutto è iniziato il 15 marzo, con il primo “Goat 2 Meeting”, durante il quale una capra della Sweet Farm, in California, è apparsa nel bel mezzo di una videochiamata. Si trattava in realtà di un’iniziativa promossa dalla fattoria di Half Moon Bay, che ha deciso di offrire a chiunque l’opportunità di invitare una capra, un lama, una mucca o un altro loro animale in videocall, con una missione: educare le persone circa gli impatti negativi dell’agricoltura industrializzata, e ovviamente raccogliere fondi per continuare a curare gli animali della fattoria.
«Da quando l’epidemia di Coronavirus ha iniziato a diffondersi, abbiamo dovuto ripensare completamente il modo in cui ottenere le nostre entrate», ha spiegato alla Cnn Nate Salpeter, co fondatore di Sweet Farm. «Perché dovendo chiudere al pubblico, ci siamo ritrovati con poco personale e con scarse risorse per nutrire e curare numerose specie», finché un giorno, un membro del consiglio di amministrazione della fattoria, Jon Azoff, lamentandosi della durata e della monotonia delle videochiamate, ha avuto l’idea. I “cameo” con gli animali non hanno un costo fisso: si va dai 60 euro per un’apparizione di 20 minuti in una chiamata con un massimo di sei persone, a 92 euro per una chiamata aziendale di 10 minuti con numero illimitato di partecipanti, con una mucca, una capra, un lama, un maiale, una pecora o un tacchino. Per le aziende che invece desiderino un’esperienza molto più lunga o addirittura interattiva esiste l’opzione “tour vip”, che per poco meno che 750 euro permetterà di fare una visita guidata della fattoria.

Un frame da una delle videochiamate insieme a Sweet Farm, con l’iniziativa “Goat 2 Meeting”
Come rivela la Cnn, i proventi di “Goat 2 Meetings” aiuteranno Sweet Farm nel salvataggio degli animali da ambienti indigenti e ad alto tasso di sfruttamento, aiutando inoltre a coprire i costi della loro cura e delle videochiamate gratuite, offerte alle scuole per educare i bambini al rispetto della natura e degli animali. «Speriamo che mostrando quanto anche una capra possa essere affettuosa, simpatica e perfino confortante in questo momento, si riesca a sensibilizzare le persone circa le loro abitudini alimentari», ha continuato Salpeter. «D’altronde anche le mucche si comportano come i nostri cani. Amano essere coccolate, per esempio, ma sono solo molto più grandi».