Il suo nuovo album Joanita, il debutto a Sanremo, il tour appena annunciato, l’amore per le colonne sonore, la bellezza di essere se stessi: incontro con la cantautrice più amata dell’indie italiano.
Ribaltare completamente la prospettiva per fare comicità, d’accordo, ma anche per offrire un punto di vista differente rispetto a quello che normalmente ci si aspetterebbe, soprattutto su certi temi. Riuscire dunque nell’intento di parlare di bullismo, di omofobia, di diritto alla casa senza moralismi, senza essere didascalici. È un po’ questo il centro di Faccende Complicate, programma di Valerio Lundini la cui seconda stagione (con due episodi a settimana) è disponibile dal 10 aprile su RaiPlay. Successivamente sarà su Rai 3 in pre serata, un episodio a settimana. Il programma ha al centro persone comuni e personaggi noti, l’intento è quello di raccontare storie di interesse sociale, trovare soluzioni e proporre finali di puntata inaspettati.
Valerio Lundini, però più bello
Per dare un’idea, nella prima stagione c’è un episodio in cui Lundini decide di diventare più bello. Dato che Sharon Stone in un’intervista ha affermato che il segreto della sua bellezza è stato avere dei genitori avvenenti, Lundini la prende alla lettera e trascorre una settimana con due finti genitori belli, con annessa capatina a Bellaria, provincia di Rimini, al concorso di Miss Nonna, con lo scopo di chiedere alla vincitrice trentanovenne di impersonare il ruolo della nonna morente. Tutto ovvio e normale, no? Ebbene, a Lundini queste cose, a quanto pare, suonano piuttosto normali. O quantomeno riescono particolarmente bene.
In effetti non è solo una caratteristica del programma, ma è in sostanza la cifra di Valerio Lundini, la stessa che abbiamo imparato a conoscere quando cinque anni fa su Rai2 è andato in onda il suo primo show, quello che lo ha fatto diventare famoso: Una pezza di Lundini. Un programma che metteva insieme sketch in studio, interviste, video con lui protagonista, personaggi e ospiti improbabili e una band a musicare tutto, il suo gruppo, i Vazzanikki. Un programma che dalla terza serata ha iniziato a farsi conoscere grazie ai video sui social, al passaparola, diventando un cult.

Come sempre, la difficoltà di replicare il successo dell’opera prima pone davanti un bivio. Per questo Lundini dopo Una pezza decide di uscire dallo studio e di girare l’Italia, a caccia di storie che valesse la pena raccontare. «È così che è nato Faccende Complicate. Ne ho trovate in realtà molte di più, tant’è che molte non le ho nemmeno utilizzate. Pensavo che fare questo programma sarebbe stato più facile che lavorare in studio, invece è stato molto più complesso del previsto. Alle volte è necessario fare 600 kilometri per recuperare due minuti di girato utile a spiegare un solo dettaglio. Certo, sarebbe stato forse più facile fare delle puntate “tematiche”, raccontare magari solo la storia di quel tizio che ha preso tantissime multe per eccesso di velocità solo perché vicino casa sua avevano istallato un autovelox difettoso, ma per me la sfida comica di questo programma era quella di unire una storia come questa ad un’altra apparentemente senza alcuna connessione, per cui mi sono sforzato di dare vita a questi espedienti narrativi che trovo fondamentali per provare a non fare cose troppo banali».
Nino Frassica + Lillo&Greg + Tony Tammaro
Tra i padri putativi di questa sua comicità, che possiamo definire nonsense, c’è certamente Nino Frassica, che Valerio cita sempre, insieme a Lillo&Greg, ma non solo. «Mi vengono in mente sempre loro quando mi chiedono chi mi fa ridere, ma l’altro giorno stavo ascoltando Tony Tammaro e ho pensato che dovevo assolutamente aggiungerlo, anche soltanto per variare nelle risposte a questo tipo di domanda. È un cantante napoletano che ha fatto sia dischi originali che cover, tutti pazzeschi. Forse per chi non capisce il napoletano è difficile da capire perfettamente, però lo trovo davvero esilarante». A pensarci bene, quello di Tammaro è un genere che assomiglia a quello del suo gruppo, i Vazzanikki, con cui ha pubblicato due album Fintage e Innamorati della vita.

Due libri (Era meglio il libro e Foto mosse di famiglie immobili), uno spettacolo teatrale (Il mansplaining spiegato a mia figlia), un film (Il più bel secolo della mia vita), vari programmi, sia da autore (tra cui anche Programmone, presentato su Radio2 da Nino Frassica) che da ospite (Battute), sono riusciti a mostrare come la comicità di Lundini sia in grado di spaziare su più fronti, muovendosi di continuo per poi cambiare direzione in modo repentino e imprevedibile: il risultato è quasi sempre un’ironia alta, lontana dai tormentoni, meno sbracata. «Si può ironizzare su tutto, credo. Non mi piace però l’irrisione, il mettere in mezzo persone ignare e magari più deboli. Per esempio credo che su alcune malattie o debolezze giocare sia più complesso. Ma è anche vero che oggi soprattutto su Internet si può trovare di tutto e molto spesso l’obiettivo di certi video nati come ironici è quello di deridere, di farlo fare da chi li vede con i commenti, per cui, ecco, da tutto questo tendo ad allontanarmi, perché mi irrita e non mi appartiene». E va bene così.
Foto e video sono di Claudia Ferri.

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