Hype ↓

Chi urla ne “L’urlo” di Munch?

25 Marzo 2019

La mostra dedicata a Edvard Munch che inaugurerà al British Museum tra l’11 aprile e il 21 luglio sarà la più grande e importante esposizione in Regno Unito dedicata all’artista in 45 anni. “L’urlo” sarà l’opera protagonista di Edvard Munch: love and agst, che riunirà circa 50 prestiti dal Museo Munch.

La mostra sarà anche l’occasione per chiarire una volta per tutte un notevole malinteso: a differenza di come pensano in tanti, il protagonista del quadro non sta urlando. Come sottolinea Design Taxi, tra le altre opere il British Museum presenterà una variazione in bianco e nero che renderà finalmente chiaro a tutti come a gridare, nell’opera più famosa di Munch, sia il paesaggio, il cielo e tutto ciò che circonda il soggetto in primo piano. «Questa rara versione chiarisce una volta per tutte che l’opera più famosa di Munch non raffigura, come molte persone continuano a pensare, una persona che urla, ma una persona che sente un “urlo”», sottolinea Giulia Bartrum, curatrice esperta del pittore norvegese. La litografia che verrà esposta al British Museum, infatti, è accompagnata da una didascalia scritta da Munch stesso: «Ho sentito il grande urlo in tutta la natura». L’artista ha anche specificato dov’era nel momento in cui ha provato la sensazione che ha poi deciso di raffigurare: «camminando su un fiordo di fronte alla capitale norvegese di Oslo, vidi il cielo diventare rosso sangue».

Se l’artista ha spiegato con le sue parole l’angoscia che provava in quel momento, rimane ancora un dubbio: le forze disperate della natura sono di natura fisica (un frastuono reale, un evento atmosferico) o psicologica (soltanto nella testa del protagonista)? Stein Olav Henrichsen, direttore del Munch Museum di Oslo, ha voluto sottolineare che, nonostante sia d’accordo sul fatto che la figura non stia urlando, secondo lui non è poi così importante che il quadro venga interpretato nel modo “giusto” da chi lo osserva. Durante la Guerra Fredda, ha ricordato, Time aveva reagito al clima di tensione mettendo il dipinto in copertina (sul numero del 31 marzo 1961). Recentemente, gli inglesi l’hanno usata per illustrare Brexit.

Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti