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Il rebranding di Tupperware per conquistare la Gen Z

26 Luglio 2024

Possiamo dire che Tupperware è il contenitore di alimenti per antonomasia, letteralmente, considerando che l’antonomasia è la figura retorica che indica l’uso del nome proprio al posto del nome comune e viceversa. Dall’anno della sua creazione, nel 1946, il termine “Tupperware” è diventato sinonimo di contenitore per alimenti, indipendentemente dal marchio del contenitore in questione. Una trasformazione che da una parte ne ha confermato il successo, ma dall’altra significa che la forza del brand si è diluita nel corso degli anni.

Per questo l’azienda ha deciso di progettare un rebranding per riconquistare gli utenti più giovani. In un periodo storico in cui la plastica gode di una pessima reputazione, l’azienda ha ben pensato di ribadire che i suoi contenitori di qualità non sono come quelli usa e getta: possono essere utilizzati più e più volte, per generazioni e generazioni. Il produttore di contenitori ha quindi contattato l’agenzia di branding Landor per ricordare a tutti perché amano Tupperware, catturando al contempo l’attenzione del pubblico più giovane. Il suo nuovo mantra, «Utile è bello», riflette prodotti sostenibili che oltre a conservare il cibo «migliorano la vita».

Le immagini e i video creati per presentare i prodotti valorizzano l’ampia varietà di colori, forme e dimensioni disponibili, niente di più lontano dai tristi contenitori trasparenti coi tappi dai colori brutti in cui conserviamo i nostri pranzi di lavoro e che ci ostiniamo a chiamare “tupperware”. La nuova icona del brand è una “T” con un coperchio che si apre e si chiude come una bocca. È evidente che al marchio non basta più occuparsi solo di mantenere il cibo fresco, vuole dare ai proprietari la possibilità di controllare e organizzare al meglio i propri pasti. Chissà che Tupperware non diventi la prossima Stanley Cup.

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