Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
C’è una mostra online con tutti i video di Tracey Emin

Si chiama Tracey Emin, Video Works, 1995-2017, è visitabile sul sito della galleria Xavier Hufkens di Bruxelles ed è la prima rassegna completa dei video dell’artista britannica meglio conosciuta per le installazioni, i patchwork e i disegni. Fino al 23 gennaio sarà possibile guardare online i cortometraggi più famosi come “Why I Never Became a Dancer” (1995), un classico dell’arte contemporanea, e “How It Feels“ (1996) insieme a opere mai viste prima come “Niagra“ (1997) e “Love is a strange thing” (2000). In tutto, 15 opere che coprono oltre 30 anni della sua carriera.

Tracey Emin, “Sometimes the Dress is Worth More Than the Money” (2000), courtesy of the artist and Xavier Hufkens, Brussels
Anche se ha ormai 58 anni, Tracey Emin continua ad essere associata agli Young British Artist, il gruppo di artisti riuniti nella celebre mostra Sensation (organizzata da Charles Saatchi nel 1997 alla Royal Academy di Londra, la stessa in cui esordì Damien Hirst). In quell’occasione espose l’opera “Everyone I Have Ever Slept With 1963–1995,” una tenda all’interno della quale aveva ricamato tutti i nomi dei ragazzi/uomini con cui aveva dormito e fatto sesso. L’altra sua opera più famosa è “My Bed”, una riproduzione fedele del suo letto sfatto dopo averci passato 4 giorni di fila con tanto di preservativi usati, posacenere pieni di sigarette, bottiglie di vodka vuote, collant e altri oggetti e indumenti. Prima di molte altre, e soprattutto prima dei social, Emin ragionava sul confine oltrepassato il quale la condivisione della vita privata, delle esperienze sessuali, delle ambizioni e del corpo di una donna inizia a provocare disagio nel pubblico.
Nel 2020, in concomitanza con l’esplosione della pandemia, l’artista si è ammalata di cancro, un periodo documentato attraverso una serie di autoritratti. Come ha raccontato lei stessa qualche mese fa su Artnet, dopo aver subìto diverse operazioni è tornata nella sua città natale, Margate, per lavorare nel suo studio, che ha intenzione di trasformare in un museo.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.