Lucky Red, distributore italiano del film, ha deciso di riportarlo in sala in occasione della Festa della Liberazione.
Su Prime Video si può vedere Time, il documentario candidato agli Oscar, anche senza abbonamento
Time è un documentario in bianco e nero sull’incarcerazione e i suoi effetti sulle famiglie e comunità nere in America. Candidato agli Oscar di quest’anno, potrebbe far vincere per la prima volta una regista nera, Garrett Bradley. Secondo il Los Angeles Times è di importanza fondamentale per il momento storico, tanto che Amazon Prime Video ha deciso di metterlo gratuitamente in catalogo, per tutti, per una settimana, a partire dal 12 aprile. E c’è anche su YouTube.
Time era nato per essere un corto, poi la regista Garrett Bradley ha consegnato in post-produzione più di 100 ore di riprese ed è quindi diventato un documentario. Voleva rendere in 13 minuti il prima e il dopo la scarcerazione di un uomo nero da un penitenziario in Louisiana: invece ne è uscita l’intera storia processuale di una famiglia che cerca di scagionare il marito da una sentenza di 60 anni. Quando Fox Rich, la moglie dell’uomo incarcerato e madre dei loro sei figli, soggetto di un altro suo documentario, ha consegnato alla regista i filmati fatti in casa in 18 anni – tra tentativi di scarcerazione e filmini famigliari – ha capito che si trovava davanti a un nuovo modo di intendere i documentari, che permette di «mimare un’esperienza di vita a 360 gradi».
Il Los Angeles Times sostiene che Time sia la personalizzazione della prospettiva storica del documentario del 2016 XIII Emendment, incentrato sulla problematica dell’ineguaglianza razziale nell’incarcerazione. Secondo la regista, senza l’apporto della protagonista e attivista Fox Rich, il film non sarebbe mai nato «lei gli ha permesso di scorrere come un fiume»,ha detto. Anche Bill Gates ne è rimasto affascinato, e nel suo blog scrive che Time il film più intimo che abbia mai visto.

Subito dopo la vittoria dell'Akatugawa Prize, il Premio Strega giapponese, la giovane autrice Rie Qudan ha detto di essersi fatta aiutare dall'AI per scrivere il romanzo. E di essersi trovata benissimo.