Franceschini e i cognomi delle madri, Prodi e i capelli delle giornaliste: sette giorni di passione per un Partito che non smette mai di stupirci.
Europa – Il kit emmuort
Mercoledì la Commissione europea ha annunciato un piano per invitare tutti i cittadini dell’Unione ad avere sempre a disposizione «cibo e acqua a sufficienza per almeno 72 ore, in caso di crisi». Fa parte della cosiddetta Preparedness Union Strategy, e contiene 30 consigli cruciali per prepararsi a… a cosa? Lo sappiamo, purtroppo: guerre possibili, magari anche una nuova pandemia, visto quanto sta avanzando l’influenza aviaria. La vice Presidente della Commissione, Roxana Mînzatu, ha spiegato che il punto del documento è che: «Prevenire è meglio che curare». Per non preoccuparci troppo, proveremo come sappiamo fare a buttarla in farsa, litigando anche sulle ricette tradizionali per le nuove guerre nucleari.
Stati Uniti – Chatroulette
Il mondo ci dà ogni giorno un motivo diverso per essere spaventati: i disastri naturali, i bombardamenti sui civili, le pandemie in divenire. Eppure nessuna di queste cose lascia terrorizzati come la consapevolezza che quello stesso mondo è nelle mani di persone che non sanno nemmeno organizzare una chat di gruppo, che il potere quasi assoluto sta nelle mani di gente che usa le emoji con boomeristico impaccio. Ridere è un meccanismo di difesa, quindi ridiamo, sganasciamoci all’idea di quei gonzi trumpiani che discutono piani di guerra in una chat in cui è stato invitato per sbaglio pure un giornalista. Ridiamo e cerchiamo di non pensare al fatto che i gonzi sono anche quelli che decidono che fare in caso di disastri naturali, che scelgono se bombardare e chi e perché, che prenderanno le decisioni alla prossima pandemia.
Esteri – Oriente estremo
Il bilancio, per ora, è di 144 morti e quasi 800 feriti, ma il numero sarà drammaticamente cresciuto nel momento in cui leggerete questa newsletter e continuerà a farlo nelle prossime settimane. Parliamo del terremoto di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar nella mattina di venerdì 28 marzo con epicentro a 18 chilometri a ovest di Mandalay, la seconda città più grande del Paese, mentre l’ipocentro è stato a 10 chilometri di profondità. Le scosse si sono sentite anche in Thailandia (nella capitale Bangkok si è accartocciato su se stesso un edificio in costruzione, lo abbiamo visto in un video diventato virale), Laos e Cina. La situazione è gravissima e – per la prima volta da quando è al potere, ovvero dal colpo di stato del 2021 – la giunta militare ha chiesto aiuto alla comunità internazionale.
Ancora esteri – Erdogan Go!
Ci immaginiamo i giornalisti di tutto il mondo in questo momento tutti presi dalla stessa missione: trovare l’uomo col costume di Pikachu diventato il simbolo delle proteste in Turchia. È un idiota, perché chi mai affronterebbe la polizia in assetto antisommossa con quell’ingombro addosso? È un genio, perché con quell’ingombro addosso non c’è software di riconoscimento facciale che possa incastrarlo? È entrambe le cose? Per il momento sospendiamo il giudizio, l’uomo può essere sia un genio che un idiota: dipende se alla fine è rientrato anche lui tra le 1900 persone arrestate dalla polizia turca dall’inizio delle proteste. Speriamo però che uno di quei giornalisti riesca a trovarlo, a intervistarlo e a fargli la domanda che tutti ci stiamo facendo: ma come diavolo fai a correre così veloce bardato in quel costume?
Polemiche – Partito demografico
Non c’è bisogno di essere benaltristi per dire che c’è qualcosa di misterico nel modo in cui il Pd riesce a non raccogliere gli assist fornitigli dall’attualità. Mistero da cui siamo stati colti anche in questi giorni, quando proprio nel momento in cui si veniva a sapere che i salari italiani sono i più bassi e quelli che crescono meno (anzi diminuiscono) in Europa, Franceschini con un abile mossa di distrazione (o autodistruzione) si metteva a parlare della necessità di una battaglia sul cognome materno, che per carità può essere anche una battaglia giusta, ma forse non esattamente da fare adesso, se la politica è anche arte di saper cogliere gli umori dell’elettorato.
Altre polemiche – Strappa un prodino
Una settimana di super-lavoro per il Pd al meglio della sua versione tafazziana, condita da diversi fatti (vd. Franceschini), ma soprattutto dall’intervento di Romano Prodi sulla giornalista di Mediaset Lavinia Orefici, che gli chiedeva lumi sul famoso passaggio del Manifesto di Ventotene riguardo l’abolizione della proprietà privata. Il grottesco generale, la domanda provocatoria, il tono paternalista fino al parossismo dell’ex premier, è stato elevato alla potenza da un gesto della mano di Romano, prima negato da tutta la stampa di sinistra, poi vivisezionato al Var come un rigore di una partita di Serie A, in cui in effetti si verificava che sì, Prodi aveva leggermente tirato i capelli alla giornalista. Un gesto che rivela follia? Sessismo? Solo rincoglionimento? No, si è scusato il responsabile, un gesto familiare, affettuoso, da nonno.