Hype ↓

Superman: immigrato o reazionario?

23 Marzo 2016

«L’immigrazione è la vera questione della storia di Superman». Lo scrive su Io9 di Gizmodo Alex Cranz, che in occasione dell’uscita di Batman V Superman si è cimentata in un’acuta analisi politica del supereroe della Dc Comics. Superman, argomenta la giornalista, è stato creato da figli di immigrati: il disegnatore Joe Shuster, di origini olandesi-lituane, e lo sceneggiatore Jerry Siegel, di genitori russi. E sin dall’inizio la storia di Superman è la storia di uno straniero in terra straniera, è uno che arriva negli Stati uniti senza niente e si costruisce una vita, integrandosi bene e trovando un equilibrio tra gli ideali di Krypton e quelli della sua nuova casa. Un immigrato che viene accolto dalla maggior parte degli americani a braccia aperte. Secondo Alex Cranz, la sua storia di immigrato “di successo” rappresenta bene lo spirito dell’America, un Paese di immigrati che deve proprio alla sua capacità di accoglienza la ragione della sua grandezza.

L’unico neo, si legge nell’articolo, è che per diventare un supereroe americano, nella versione che ne fa il regista Zack Snyder, si trova costretto a recidere il cordone ombelicale con il suo Paese (pianeta) d’origine. Una relazione che invece viene considerata in modo più realistico e umano in Supergirl, una nuova serie della Cbs con la cugina del più famoso uomo di Krypton, dove c’è molta più attenzione alle problematiche legate all’impatto psicologico dell’essere immigrati.

L’articolo di Gizmodo non è peraltro l’unico tentativo di analisi politica del supereroe fatta in questi giorni, in concomitanza con l’uscita del film. Il New York Magazine ha, infatti pubblicato on line un lungo pezzo a firma Abraham Riesman in cui si confrontano le due differenti valenze politiche di Superman e Batman. Con un’interpretazione diversa rispetto a quella data dalla giornalista di Gizmodo. Si legge infatti che Superman incarna una certa idea di ordine sociale ed è un supereroe conservatore. Citazione da un fumetto: «Come tutti gli uomini di potere devi chiedere a te stesso come usare questo potere»… sembra che si stia parlando degli Stati Uniti d’America, più che di un personaggio di fantasia. «In termini politici», si legge sul New York, che riporta una dichiarazione di Frank Miller, «Superman dovrebbe essere un conservatore e Batman un radicale». Inoltre: «Batman odia Superman perché ha fiducia: fiducia nel governo, fiducia nella prosperità reaganiana…».

Questa visione del mondo positiva non ha portato bene alle storie e soprattutto ai film, pochi, che sono stati fatti sul supereroe di Krypton, mentre al contrario il pessimismo dark e apocalittico di Batman ha funzionato benissimo al cinema. Fino a Man of Steel di Zack Snyder del 2013, un grande successo al botteghino che, non a caso, secondo l’autore dell’articolo sul New York, è il film più cupo e cattivo di Superman che sia mai stato realizzato. Al punto che sembrerebbe che l’unico modo per fare un film di successo con Superman sia farlo come se fosse un film di Batman. Batman v Superman, in uscita oggi (23 marzo), fa sicuramente parte del genere non ottimista.

Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti