Cosa abbiamo letto a marzo in redazione.
Succession è finita ma gli scazzi tra i Murdoch continuano
È una magra, magrissima consolazione, ma questo c’è: visto che non possiamo avere una nuova stagione di Succession, ci tocca accontentarci della famiglia che l’ha ispirata, i Murdoch, e della loro battaglia per ereditare l’impero nel settore dei media. Come racconta il New York Times, infatti, a differenza della bellissima serie Hbo, terminata a maggio 2023, la realtà continua ad andare avanti, e la famiglia Murdoch a litigare. A quanto pare, secondo un documento giudiziario sigillato ottenuto dal quotidiano, Rupert Murdoch è impegnato in una battaglia legale segreta contro tre dei suoi figli per il futuro dell’azienda (l’impero) di famiglia, che il patriarca vuole conservare come superpotenza conservatrice anche dopo la sua morte.
A differenza di Logan Roy, che come sappiamo muore nella terza puntata della quarta stagione, il signor Murdoch è ancora vivo e vegeto, e a 93 anni ha deciso di compiere una mossa a sorpresa per modificare i termini del fin qui immodificabile trust familiare, una modifica che garantisce a suo figlio maggiore e successore prescelto, Lachlan, il ruolo di unico responsabile di News Corp. Per come stavano le cose finora, il trust avrebbe dovuto cedere il controllo dell’azienda di famiglia ai quattro figli maggiori alla morte del padre. Ma Rupert Murdoch ha deciso di modificarlo, questo trust: suo figlio Lachlan dovrà avere il potere di gestire l’azienda senza interferenze da parte dei suoi fratelli politicamente più moderati, così da proteggere la linea editoriale ultraconservatrice che ha fatto il successo di Fox News, per citare solo una delle tante testate editoriali Murdoch.
I tre fratelli in questione – James, Elisabeth e Prudence – sono stati colti completamente alla sprovvista dal tentativo del padre di riscrivere quella che avrebbe dovuto essere una accordo inviolabile e si sono uniti per fermarlo. Lachlan (che potrebbe essere chi, Roman?), ovviamente, ha preso le parti di papino. La battaglia che ne è seguita si è svolta tutta lontana dallo sguardo dell’opinione pubblica. Il mese scorso, la persona incaricata da Murdoch di eseguire le sue volontà testamentarie ha detto che Rupert può assolutamente modificare il testamento, a patto che dimostri di agire in buona fede e per il solo beneficio dei suoi eredi. Un processo per determinare se il signor Murdoch sta effettivamente agendo in buona fede dovrebbe iniziare a settembre.

Dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot e il flop di Freaks Out, il regista romano torna con un altro film, anche questo di genere, anche questo costosissimo, anche questo folle per gli standard del nostro cinema.