Hype ↓
04:52 giovedì 10 aprile 2025
C’è un drama in corso tra il creatore e il compositore di White Lotus Cristóbal Tapia de Veer ha lasciato improvvisamente lo show e Mike White è rimasto abbastanza scioccato.
Gli Arcade Fire hanno annunciato l’uscita del loro nuovo album, Pink Elephant L'hanno comunicato sulla piattaforma creata apposta per il loro fandom.
Dall’11 aprile Normal People torna su RaiPlay Finalmente potremo riguardare la serie tratta dal romanzo di Sally Rooney che ha lanciato la carriera di Paul Mescal.
Trump ha davvero detto che, dopo aver imposto i dazi, tutti i Paesi del mondo gli stanno «leccando il culo» Dichiarazione fatta davanti all'estasiata platea della National Republican Congressional Committee di Washington.
Sulla lapide di David Lynch c’è l’epitaffio più lynchiano che si può immaginare Ma, per un volta, il regista ci ha lasciato una spiegazione chiarissima del suo significato.
Alla prossima Mostra del cinema di Venezia, Werner Herzog verrà premiato con il Leone d’oro alla carriera «Questa la considero una medaglia», ha detto il regista, che ne ha approfittato anche per ricordare a tutti i numerosi nuovi progetti ai quali sta lavorando.
Si è scoperto che la foto del finale di Shining è una foto vera A distanza di 45 anni dall'uscita del film, due ricercatori hanno trovato l'immagine che ispirò Kubrick per il finale.
In Spagna c’è stata la più grande manifestazione per il diritto alla casa di sempre Hanno partecipato i cittadini di 40 città, 150 mila solo a Madrid: chiedono tutti «la fine del racket degli affitti».

Tutte le Traviate del futuro

Presenze invadenti della moda e quella sfuggente di Sofia Coppola, reminiscenze del '55 e altre cose divertenti che abbiamo visto al Teatro dell'Opera.

26 Maggio 2016

Nella Traviata di Valentino-Giammetti-Chiuri-Piccioli della melancolia zuccherosa di Sofia Coppola alla regia c’è poco, ma basta il nome, è il brand che conta, scombina le carte. Opera cinematografica e spettacolo di moda. Punto di svolta estetico nella storia de La Traviata e magistrale operazione di branding: l’icona profilo sui social della casa di moda recita “Valentino La Traviata”, l’identificazione è totale, e non stupirebbe la commercializzazione di una capsule collection dedicata all’opera, perché, come ha scritto ieri Mario Leone sul Foglio, «La Traviata ci serve».

Tutte queste cose insieme è La Traviata a cui abbiamo assistito al Teatro Costanzi di Roma, nel giorno della prima. La messa in scena, sobria e compunta, è il contrario del pubblico romano, scostumato e chiassoso. Immancabile la cerata di Renato Balestra, la mascherina alla Spiderman di Marina Ripa di Meana, il pellicciotto di una signora in total fucsia, Walter Veltroni imbolsito che si defila alla fine del primo atto, e tanti saluti. Contro il teatro pittoresco del pubblico romano spicca la monotonia ton-sur-ton della messa in scena. La scelta del brand Sofia Coppola è coerente in un’opera che sperimenta l’attrazione fatale della moda, e del cinema, per l’opera. E infatti i quattro abiti indossati da Violetta, la cantante Francesca Dotto, sono creazioni di Valentino, mentre Chiuri e Piccioli, direttori creativi di Maison Valentino, si sono occupati dei costumi del resto del cast, inclusi i due di Flora, interpretata da Anna Malavasi. I costumi del coro e dei protagonisti maschili li ha realizzati la sartoria del teatro, gli altri le sarte dell’Atelier Valentino, in Piazza Mignanelli.

Monica Bellucci: Italian grandeur with enough diamonds to fill her cleavage at #latraviata in #rome

Una foto pubblicata da Suzy Menkes (@suzymenkesvogue) in data:

Una presenza invadente, quella della moda, tanto che mai Violetta fu più definita, intrappolata, isolata, confortata dai suoi vestiti. Vestiti, non costumi. Gli abiti di Violetta sono abiti d’alta moda, e la moda secondo Valentino, struggente, romantica, ieratica. Tradizionalmente, il costume deve scomparire, scaturire dagli abissi del personaggio, assorbirlo come una spugna. Non qui, in questa Traviata, dove sono le toelette di Violetta a raccontare le mutazioni fisiche e spirituali e segnalare insieme il loro limite, l’impossibilità di tradursi tutte in voce, in azione. Violetta è una cortigiana, vive di moda e di piaceri, il suo legame con l’apparenza nuda è una liason dangereuse. Un legame affermato sin dalla prima immagine. Il sipario si apre e Violetta discende da una tortuosa scalinata di marmo bianco, necessaria per esibire l’acquosità materica della coda di tulle marino del primo abito, nero e baluginante. Un’apparizione opulenta. Più tardi, a confronto con Giorgio Germont, Violetta è un Pierrot lunaire sul punto di scomparire. Il corpo è un ricordo lontano. La proiezione immacolata di Alfredo, come la vide la prima volta: «Un dì, felice, eterea». Ma protagonista dell’opera è l’abito rosso, quello del ritorno di Violetta in società, lo scollo ampio e un posteriore che si gonfia a palloncino per stritolarsi, in basso, in un arriccio mortale.Leggenda vuole che il giovane sarto Valentino Garavani sia rimasto folgorato dal rosso mentre assisteva alla Carmen, al Gran Teatre del Liceu di Barcellona. Il ricordo dei personaggi vermigli, forti e ieratici, gli fece capire la forza di quel colore.  

When in Rome…Go see La Traviata with Valentino! #SofiaCoppola #Opera

Una foto pubblicata da Kim Kardashian West (@kimkardashian) in data:

Il rapporto de La Traviata con la moda non è un’invenzione di Valentino-Giammetti. Esiste almeno dal 1955, quando Luchino Visconti, ossessionato dalla filologia delle superfici, dirige La Traviata detta “della Callas”, con i costumi disegnati dalla strepitosa illustratrice di moda, sue molte cover di Vogue Paris, Lila De’ Nobili. I design di Valentino sono reminiscenze di quelli, andati perduti in circostanze non chiarite, nei colori e nelle forme. Due esemplari sono stati ricostruiti dai bozzetti originali grazie alla fondazione Pasquinelli, con l’Accademia Teatro alla Scala. Visconti l’aveva predetto, in una lettera a Meneghini, allora marito di Maria Callas: «Tutte le Traviate del futuro, presto, ma non subito…conterranno qualcosa della Traviata di Maria». La rivelazione delle serata è che La Traviata di Giuseppe Verdi conteneva qualcosa di Valentino.

Articoli Suggeriti
Solo il pessimismo può salvarci dai motivatori

Siamo circondati dal loro ottimismo, da manuali di self help nelle librerie e frasi d'occasione sui social. Ma il pessimista lo sa: la natura umana è un'altra.

L’estate in cui i fan divennero pericolosi

Abbiamo vissuto la stagione dell'impazzimento collettivo, tra oggetti di ogni tipo lanciati sui palchi e vere e proprie aggressioni. E ancora non riusciamo a capire cosa stia succedendo né perché.

Leggi anche ↓
Solo il pessimismo può salvarci dai motivatori

Siamo circondati dal loro ottimismo, da manuali di self help nelle librerie e frasi d'occasione sui social. Ma il pessimista lo sa: la natura umana è un'altra.

L’estate in cui i fan divennero pericolosi

Abbiamo vissuto la stagione dell'impazzimento collettivo, tra oggetti di ogni tipo lanciati sui palchi e vere e proprie aggressioni. E ancora non riusciamo a capire cosa stia succedendo né perché.

A Roma ad agosto finisce tutto, tranne la Tiburtina

Nel mese in cui la città va in ferie, c'è solo una strada in cui tutto continua come al solito, tutto rimane lo stesso: via Tiburtina.

Negli Usa tantissime aziende cercano un “Head of AI” anche se nessuno sa cosa faccia

Esisterà mai una città dei 15 minuti?

Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.

Cosa comporta avere un murales di Banksy sulla tua casa