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Il 25 aprile Lucky Red riporta al cinema Porco rosso di Hayao Miyazaki Con delle proiezioni speciali per celebrare la Festa della Liberazione.
Google sta sviluppando un’intelligenza artificiale per parlare con i delfini Se tutto andrà secondo i piani, DolphinGemma ci aiuterà finalmente a capire cosa dicono e a comunicare con loro.
La Royal Philarmonic Concert Orchestra farà due concerti in cui suonerà la colonna sonora di Metal Gear Nella più prestigiosa delle cornici, anche: la Royal Albert Hall.
È uscito un libro con tutte le fotografie scattate da Corinne Day sul set del Giardino delle vergini suicide Pubblicato da Mack, è un'aggiunta indispensabile al kit di sopravvivenza di tutte le sad girl del mondo.
Un gruppo di giovanissimi miliardari sta organizzando delle gare di spermatozoi Il pubblico potrà seguire tutto in diretta streaming e anche scommettere sullo spermatozoo vincitore.
Jonathan Anderson è il nuovo Direttore creativo di Dior Men Debutterà a giugno, a Parigi, durante la settimana di moda maschile.
«Non siamo mai stati così vicini alla scoperta della vita su un altro pianeta» Lo ha detto il professor Nikku Madhusudhan, responsabile della ricerca dell'Università di Cambridge che ha trovato molecole compatibili con la vita sull'esopianeta K2-18b.
La locandina di Eddington, il nuovo film di Ari Aster, è un’opera d’arte, letteralmente Il regista presenterà il film in anteprima mondiale al prossimo Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio.

Steve Jobs

Se ne va l'uomo che ha cambiato per sempre il nostro agire quotidiano. Una rivoluzione che gli sopravviverà?

06 Ottobre 2011

Operare, comunicare, vedere, ascoltare, leggere. MacBook, iPhone, iTunes, iPod, iPad. Nel corso dei suoi 56 anni, Steve Jobs non ha trascurato di rivoluzionare quasi nessuna delle nostre prassi quotidiane, mettendoci costanza e inventiva, determinazione e creatività, convinzione e azzardo in misure quasi sovrumane, gesuitiche e, a volte, brutali. Cosa lo abbia spinto – intendiamo davvero – verso questo sforzo, più Michelangiolesco che Fordiano, è la più interessante tra le domande che non gli sono state mai poste o a cui ha risposto quella volta che di fronte a degli studenti disse: «Siate affamati, siate folli».

Negli ultimi dieci anni della sua vita Jobs si è elevato al livello delle grandi figure storiche e ha plasmato secondo la propria visione un mondo fatto di linee, funzioni, applicazioni, interazioni ed estensioni delle facoltà umane di cui facciamo esperienza ogni giorno, al punto che non è pensabile quasi nessuna immagine mentale del contemporaneo che sia Steveless, depurata o depurabile dal suo lascito, dal suo passaggio. Se esiste – ed esiste – una cosa chiamata metafisica, Jobs l’ha incarnata e catturata, anticipata, anzi plasmata in ogni sua scelta. L’ha caratterizzata – al punto che Apple non vuol dire più mela. Ci ha caratterizzato, piaccia o meno.

Si dice che la grandezza di una vicenda umana si misuri in base a quanto la sua biografia postuma rischi di assomigliare a un’agiografia. Beh, con Jobs questo rischio lo si deve dare per scontato dal momento che era già stato indicato come Messia ben prima della scomparsa. La questione ora è se l’iperuranio d’idee che ha introdotto nel mondo gli sopravviverà. E se lo farà, lo farà magari tramite quella sorta di Vangelo che, si leggeva qualche mese fa su Fortune, ha lasciato a Cupertino, una guida pratica per chi già gli è succeduto (Tim Cook) e chi ancora gli dovrà succedere nell’Uffizio futuro, un dettagliato prontuario in cui sono state registrate, caso per caso, le sue decisioni di fronte a determinati problemi che si sono presentati in passato e che potrebbero ripresentarsi nel domani. Impronte per coloro che dovranno guidare la Mela morsicata nell’era Post Jobs. Anche se, ovviamente, non sarà più la stessa cosa per niente.

È finito il decennio breve.

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