Cose che succedono | Stati Uniti

Anche Steve Bannon ha fatto un saluto romano alla conferenza dei conservatori americani

Viviamo nel mondo in cui non si può più dire e fare niente, infatti eccoci qui a commentare il secondo saluto romano fatto da un potentissimo americano in una pubblicissima occasione. Dopo Elon Musk durante i festeggiamenti per l’inaugurazione della seconda presidenza Trump, eccoci a Steve Bannon che si produce in un veloce, discreto braccio teso all’All Star Game della destra americana, la Conservative Political Action Conference (Cpac). Aspettiamo di conoscere le spiegazioni che i “conservatori” – quanto ancora continueremo a usare questa parola per non usare l’altra? – useranno questa volta per dirci che non è un saluto romano, quello. La scusa dell’autismo è stata già usata per Musk (e poi Bannon non sembra proprio il tipo da farsi diagnosticare una psicopatologia, considerando che non si è mai fatto troppi problemi a definirsi di estrema destra), quindi chissà cosa verrà fuori stavolta.

Dopo aver urlato al pubblico adorante lo slogan più amato dai trumpiani di tutto il mondo, “Fight! Fight! Fight!”, Bannon ha esteso il braccio destro con fare quatto quatto: il pubblico ha reagito bene, urla e applausi qua e là, e Bannon ha ringraziato con un solenne “Amen”. È stato forse questo il momento più surreale e preoccupante del Cpac? Certo che no, parliamo d’altronde dell’evento in cui abbiamo visto il Presidente argentino Javier Milei regalare a Elon Musk una motosega – incoraggiante simbolo del nuovo corso argentino, tutto deflazione e povertà diffusa – siparietto che comunque non è stata la cosa più preoccupante della giornata (la più cringe sì, su questo non c’è dubbio). A preoccuparci davvero dovrebbe essere una richiesta che in America da più parti ormai s’avanza: quella di permettere a Trump di candidarsi per un terzo mandato.

Bannon, il megafono preferito di Trump, lo ha detto esplicitamente: dovremmo permettergli di farlo, questo terzo mandato, perché leader come lui «capitano solo una o due volte». E a quanto pare gli americani, che sono già alla seconda volta di Trump, ne vogliono ancora.