Nonostante i femminicidi, anche in Italia i contenuti legati alla manosfera sono sempre più numerosi e consumati. Tanto che è inevitabile chiedersi: com'è possibile che a un'ideologia così violenta venga ancora permesso di diffondersi?
Il brano che la Spagna presenterà al prossimo Eurovision è stato accusato di sessismo
In Spagna, l’opinione pubblica è da giorni divisa in merito alla canzone scelta per rappresentare il Paese al prossimo Eurovision Song Contest, che si terrà a Malmö, in Svezia, il prossimo maggio. Il brano in questione è “Zorra” del duo electropop Nebulossa composto da María Bas e Mark Dasousa. Dopo aver vinto il Festival di Benindorm – una sorta di Sanremo spagnolo attraverso cui si decretano gli artisti che parteciperanno all’Eurovision – “Zorra” ha rapidamente raggiunto la terza posizione nella classifica globale di Spotify. Altrettanto rapidamente, però, i Nebulossa si sono ritrovati al centro di un’accesa polemica rispetto all’uso della parola che dà il titolo al brano. Nella sua traduzione letterale infatti, “zorra” è l’esemplare femminile della volpe, ma più nel gergo comune la parola significa “zoccola”.
Come riportato dal Guardian, l’Institudo de las Mujeres – un’organizzazione autonoma che collabora con il Ministero dell’Uguaglianza spagnolo – ha dichiarato di avere ricevuto più di 300 reclami da parte di cittadine e cittadini che hanno espresso la loro disapprovazione rispetto alla vittoria della canzone dei Nebulossa. In aggiunta a ciò, lo scorso lunedì il Movimento Femminista di Madrid ha condiviso sul proprio profilo X una lunga lettera di lamentela in cui richiede che la canzone venga ritirata dall’Eurovision spiegando che «celebrare un termine che è un’arma di umiliazione di aggressori machisti è una forma di ri-vittimazione pubblica».
L’organizzazione femminista sostiene inoltre che il brano dei Nubulossa possa risultare in una normalizzazione del termine “zorra” – che nel testo della canzone compare 45 volte – tra bambini e adolescenti. A difesa dalla canzone, María Bas ha spiegato durante un’intervista a RTVE, il gruppo radiotelevisivo spagnolo che sceglie le canzoni per l’Eurovision, che dietro a “Zorra” – i cui versi descrivono come il termine sia usato come insulto verso le donne qualunque cosa esse facciano – c’è la volontà di rivendicare l’uso del termine per «trasformare questa parola in qualcosa di bello».
Negli ultimi giorni, la questione ha continuato a crescere fino ad arrivare ai piani altri della politica spagnola, dove “Zorra” ha incontrato l’approvazione della ministra dell’Uguaglianza Ana Redondo, prima, e del primo ministro Pedro Sánchez, poi. Durante un programma televisivo sul canale La Sexta, Sánchez ha dichiarato che il femminismo «può anche essere divertente, ed è necessario che questo tipo di provocazioni vengano dalla cultura» aggiungendo inoltre che, mentre quella che ha definito “fasciosfera” avrebbe preferito che a rappresentare la Spagna ci fosse stata “Cara al Sol”, l’inno fascista spesso intonato dai membri di Vox, «a me piace questo tipo di canzoni».

Nonostante i femminicidi, anche in Italia i contenuti legati alla manosfera sono sempre più numerosi e consumati. Tanto che è inevitabile chiedersi: com'è possibile che a un'ideologia così violenta venga ancora permesso di diffondersi?