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Nei nuovi episodi dei Simpson Homer non strangola più Bart
Nel terzo episodio della trentacinquesima stagione dei Simpson, Homer incontra il nuovo vicino di casa: lo saluta, si presenta e gli stringe la mano. Il vicino gli fa i complimenti per il vigore della sua stretta e Homer, visibilmente inorgoglito, si rivolge alla moglie Marge dicendole: «Visto, Marge, strangolare il ragazzo è servito». Di fronte allo stupore del vicino davanti a una così spontanea ammissione di violenza ai danni di un minore, Homer precisa che strangolare il ragazzo – Bart – è una cosa che ormai non fa più da tanto. «I tempi sono cambiati». E, in effetti, è da quattro anni che Homer non strangola più Bart, ma il pubblico se ne è accorto soltanto adesso e solo perché lui lo ha fatto presente. Cosa che non ha impedito a quello stesso pubblico – che i Simpson ha smesso di seguirli da un bel pezzo, dati di ascolto alla mano – di scatenare una shitstorm attorno a questa precisazione di Homer.
Gli argomenti sono i soliti: pubblico e commentatori che si lamentano della fine della civiltà occidentale, dell’avvento della “dittatura del politicamente corretto”, della piovra woke che avvolge con i suoi tentacoli ormai il mondo intero, persino Springfield. Una delle gag più vecchie e amate dai fan dei Simpson cancellata per evitare di urtare le fragili sensibilità della Generazione Z, dicono i critici. Peccato che la Generazione Z non guardi i Simpson e peccato che le uniche fragili sensibilità urtate dallo show siano le loro. Come scrive Stuart Heritage sul Guardian, è impensabile che una serie tv che va in onda ininterrottamente da 35 anni non cambi, si adatti, si corregga. Anche perché in passato lo show è stato accusato di un eccesso di conservatorismo, per un rifiuto ad adattarsi alle nuove sensibilità che stava provocando (e accelerando) la perdita di rilevanza della serie.
Di questa tendenza alla conservazione è diventato esempio il personaggio di Apu, l’indiano americano gestore del Jet Market. Quando il documentarista Hari Kondabolu spiegò, nel suo The Problem with Apu, perché il personaggio perpetuava diversi odiosi stereotipi razzisti nei confronti degli indiani e degli americani di origine indiana, la risposta del creatore dei Simpson fu quella di confermare come doppiatore di Apu Hank Azaria, un uomo bianco che aveva sempre interpretato il personaggio con un fortissimo e caricaturale accento. Ne seguì una lunghissima e accesissima polemica, in seguito alla quale i responsabili dello show ammisero di aver commesso un errore e promisero che avrebbero cambiato politica. E, in effetti, così è stato: i personaggi afroamericani protagonisti della serie – Carl, Lou e il dottor Hibbert – hanno tutti avuto nuovi doppiatori, scelti proprio al posto di Azaria.