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I Simpson sono razzisti? La nuova puntata risponde alle critiche su Apu

10 Aprile 2018

I Simpson sono in giro da quasi trent’anni: la prima puntata è andata in onda negli Stati Uniti alla fine del 1989, anche se in Italia sono arrivati un po’ dopo. Il problema è che, dagli anni Novanta ad oggi, la sensibilità su questioni come etnia, genere o religione è molto cambiata, sono cambiati gli standard di cosa è considerato divertente e cosa è considerato accettabile nel mainstream. Per questo, negli ultimi anni, i Simpson erano stati accusati di essere uno show, beh, un po’ razzista, o se non altro un po’ insensibile. Sotto accusa, in particolare, c’era il personaggio di Apu, l’immigrato indiano che gestisce il minimarket, che ha un accento fortissimo ed è connotato da una serie di stereotipi associati, specie negli Usa, agli indiani: è attaccato ai soldi, non riposa mai, ha un numero infinito di figli.

Già nel 2013, l’Huffington Post si era domandato se non fosse giunto il momento di mandare in pensione il personaggio, presente fino dalla prima stagione.. Il comico Hari Kondabolu, americano di origine indiana, aveva iniziato a criticarlo, nei suoi show di stand-up, nel 2015: «Il suo accento è quello di un ragazzo bianco che imita un altro ragazzo bianco che tenta di imitare mio padre» (poi Kondabolu ci ha fatto un documentario, The Problem with Apu, uscito lo scorso anno). L’attore Kal Penn di How I Met Your Mother aveva dichiarato di non riuscire a guardare i Simpson proprio a causa della presenza di Apu. Del razzismo, vero o presunto, dietro al personaggio Apu si sono occupati il Guardian, il New Yorker e molte altre testate nei mesi scorsi.

La novità è che i Simpson hanno deciso di rispondere a queste critiche, nella puntata andata in onda questa settimana. L’episodio ruota attorno a un fittizio libro per bambine: era stato il libro preferito di Marge e ora Marge vorrebbe che anche Lisa ci si affezionasse. Però, rileggendolo, Marge si accorge che è pieno di stereotipi razzisti, così decide di riscriverlo: alla fine diventa la storia di una bambina “cisgender” che si batte per difendere la neutralità della rete. Lo legge alla figlia all’ora della nanna, però a Lisa la nuova versione non piace, e Marge le domanda: «Che cos’altro poteva fare?». A questo punto Lisa si gira verso una foto di Apu, che per qualche ragione sta sul suo comodino da notte, e ragiona ad alta voce: «Ogni tanto qualcosa che è iniziato decenni fa, come qualcosa di innocuo che piaceva alla gente, oggi è politicamente scorretto. Cosa possiamo farci?». Vulture ha criticato l’episodio sostenendo che è la dimostrazione che i Simpson sono in giro da troppo tempo.

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