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Hbo ha svelato le prime immagini di Euphoria 3 ma della trama di questa nuova stagione non si capisce ancora niente Ben 13 secondi di video che anticipano la terza stagione, in arrivo nel mese di aprile, in cui si vedono tutti i protagonisti e le protagoniste.
Nel 2026 OpenAI lancerà una modalità di ChatGPT per fare sexting Sarà una funzione opzionale e disattivata di default, che rimuoverà i limiti attualmente imposti al chatbot sui prompt con contenuti sessuali.
Una ricerca ha dimostrato che la crescita economica non è più legata all’aumento delle emissioni di CO₂ E, di conseguenza, che la transizione energetica non è un freno all'aumento del Pil, neanche nei Paesi più industrializzati.
Reddit ha fatto causa al governo australiano per aver vietato i social ai minori di 16 anni La piattaforma è convinta che la legge anti soci isoli i minorenni e limiti la loro voce politica nella società, fornendo benefici minimi.
La casa di Babbo Natale in Finlandia quest’anno è piena di turisti ma anche di soldati Nato L’escalation al confine russo ha trasformato la meta turistica natalizia della Lapponia in un sito sensibile per l’Alleanza Atlantica.
Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.

Chi sono i dabai e perché a Shanghai li odiano tutti

27 Aprile 2022

In italiano, la parola “dabai” si traduce più o meno con “grande bianco”. È il nome con cui in Cina vengono chiamati i volontari che aiutano le autorità sin dall’inizio della pandemia: sono quelle persone che si vedono spesso nelle fotografie e nei video delle città cinesi, bardati in tute protettive bianche, il volto coperto da “scudi” di plastica trasparente. Il nome viene da un film ed è stato usato dai media cinesi proprio per addolcire l’immagine abbastanza minacciosa e inquietante di questi volontari: “dabai”, infatti, è il nomignolo con cui in Cina chiamano il robottone bianco Baymax, protagonista di Big Hero 6. Sin dai lockdown decisi per contenere la prima ondata della pandemia in Cina, i dabai si sono occupati di portare ai cittadini razioni di cibo e acqua, farmaci, provvedere alle quotidiane necessità. Tra i loro compiti più importanti c’è sempre stato anche quello di condurre i test di massa, indispensabili per l’implementazione della politica zero Covid del governo di Xi Jinping, e di assicurarsi che nessuno violasse quarantene, isolamenti, coprifuoco.

All’inizio della pandemia, i dabai erano (abbastanza) benvoluti dalla popolazione, grazie anche a quella “predisposizione” dei cinesi ad accettare che gli interessi dell’individuo possano essere trascurati di fronte alle necessità collettive: la loro invadenza e onnipresenza era indispensabile per evitare il dilagare del virus. Ora, però, il sentimento della popolazione nei confronti delle “Guardie bianche” (nuovo soprannome che ricorda, in senso dispregiativo, le Guardie Rosse della Rivoluzione culturale) sembra essere cambiato. Definitivamente. C’entra ovviamente il lockdown di Shanghai, l’evento che ha portato una metropoli intera al limite della capacità di sopportazione. Ma c’entrano anche una serie di episodi, veri e propri abusi e violenze, di cui i dabai si sono resi protagonisti nel corso di questi anni di pandemia. I video e le foto si sono visti spesso sui social media: dabai che trascinano persone fuori dalle loro case, che picchiano animali, che maltrattano gli anziani. Quelli che all’inizio sono stati considerati come gli eroi della lotta contro il coronavirus, ora sempre più spesso vengono considerati i cattivi. O, quantomeno, il braccio armato dei cattivi, gli strumenti attraverso i quali il governo insiste in una politica ormai insostenibile e insopportabile per milioni di cinesi.

Ma, come racconta il Japan Times, c’è anche un altro aspetto della storia che viene spesso e volentieri trascurato. I dabai stessi, in diverse occasioni, si sono offerti volontari per un lavoro di cui non conoscevano davvero i dettagli e, soprattutto, le difficoltà. Uno di loro ha raccontato che le sue giornate prevedono di rimanere in piedi fino a sei ore consecutive, stretto in una tuta hazmat (che talvolta non sanno neanche come indossare e smaltire, perché nessuno si è preoccupato di insegnarglielo) che non è della sua misura: significa non poter bere e non poter andare in bagno per sei ore consecutive. Sempre questo dabai che ha parlato con il Japan Times (a condizione di rimanere anonimo, ovviamente) ha detto che i suoi superiori gli hanno ordinato di non sedersi a meno che non ritenesse che a rimanere in piedi un secondo di più sarebbe svenuto. Su Internet è girato molto un video che esprime perfettamente l’odio che i cittadini ora provano per i dabai (e, forse, anche l’odio che questi volontari provano per il lavoro che si sono ritrovati a fare): un uomo decide di uscire a fare una passeggiata per le vie di Shanghai, in spregio alle restrizioni che gli impedirebbero di uscire, e per tutto il tragitto viene seguito da una “guardia bianca” che non fa altro che ripetere, in continuazione, urlando in un microfono, «torni a casa».

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