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Il 25 aprile Lucky Red riporta al cinema Porco rosso di Hayao Miyazaki Con delle proiezioni speciali per celebrare la Festa della Liberazione.
Google sta sviluppando un’intelligenza artificiale per parlare con i delfini Se tutto andrà secondo i piani, DolphinGemma ci aiuterà finalmente a capire cosa dicono e a comunicare con loro.
La Royal Philarmonic Concert Orchestra farà due concerti in cui suonerà la colonna sonora di Metal Gear Nella più prestigiosa delle cornici, anche: la Royal Albert Hall.
È uscito un libro con tutte le fotografie scattate da Corinne Day sul set del Giardino delle vergini suicide Pubblicato da Mack, è un'aggiunta indispensabile al kit di sopravvivenza di tutte le sad girl del mondo.
Un gruppo di giovanissimi miliardari sta organizzando delle gare di spermatozoi Il pubblico potrà seguire tutto in diretta streaming e anche scommettere sullo spermatozoo vincitore.
Jonathan Anderson è il nuovo Direttore creativo di Dior Men Debutterà a giugno, a Parigi, durante la settimana di moda maschile.
«Non siamo mai stati così vicini alla scoperta della vita su un altro pianeta» Lo ha detto il professor Nikku Madhusudhan, responsabile della ricerca dell'Università di Cambridge che ha trovato molecole compatibili con la vita sull'esopianeta K2-18b.
La locandina di Eddington, il nuovo film di Ari Aster, è un’opera d’arte, letteralmente Il regista presenterà il film in anteprima mondiale al prossimo Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio.

Hakimono, le scarpe in pelle fatte in Giappone

Il consorzio Hakimono raccoglie alcuni dei marchi che esprimono la migliore tradizione calzaturiera giapponese, con una particolare attenzione alla sostenibilità.

di Studio
24 Febbraio 2021

“Hakimono” in giapponese significa genericamente “cose ​​che camminano con i piedi”. Ed è anche il nome di un consorzio il cui obiettivo è incoraggiare e sviluppare l’industria giapponese delle calzature in pelle attraverso un’accorta selezione di marchi che coniugano la tradizione artigianale del Paese con le nuove tecnologie di produzione e un ottimo design. Uno dei focus è la sostenibilità, come nel caso di Numero Uno, brand che utilizza un materiale in pelle unico. Il marchio ha infatti brevettato una speciale scarpa in pelle realizzata dal pesce palla (“Fugu”). Ittestu Ohyama, designer di Numero Uno, è convinto che utilizzare materiali di scarto possa innescare un processo di produzione virtuoso, che miri a dare nuova vita a qualcosa che altrimenti sarebbe sprecato. Un altro materiale con cui sta sperimentando è la pelle di daino: Ohyama ha infatti collaborato con una delle più famose aree conciarie di pelle di daino “Yoshino” nella prefettura di Nara. E ora sta lavorando per ottenere una pelle color indaco, che renderà il materiale più forte, risolvendo così uno dei più grandi punti deboli della pelle di daino. Come designer di scarpe in pelle, Ohyama vorrebbe contribuire a gestire il buon equilibrio tra natura e industria della moda lavorando sempre sull’utilizzo di materiali naturali.

 

Kyoko Sasage, invece, utilizza il tradizionale metodo della carta “Washi” per realizzare le sue scarpe. La carta Washi è più resistente e sottile della carta europea e può essere utilizzata come fibra di tessuto nella sua forma originaria. Partendo dall’idea di ridurre il carico ambientale prodotto dall’industria della moda, molti marchi e addetti ai lavori stanno da anni cercando un sostituto appropriato della fibra chimica e il tessuto Washi potrebbe essere una buona soluzione. Esiste in natura ed è piuttosto resistente. Per la sua elevata traspirabilità e per la funzione antibatterica, poi, è particolarmente adatta a essere posizionata all’interno della calzatura. Inoltre, utilizzando questo materiale per le scarpe di cuoio, il prodotto finale sarà biodegradabile. Si chiama pelle “Nibe” quella brevettata dal designer H. Katsukawa per il suo marchio omonimo, che valorizza la forma naturale e ha una speciale texture non uniforme. Per il marchio, è anche un’occasione di pensare il prodotto all’interno di un ciclo naturale, offrendo la possibilità di indossare qualcosa di unico così come sono unici i clienti, intesi come esseri umani dotati di capacità di scelta ed etica.

Hiroshi Kida

Il designer Hiroshi Kida, infine, è a capo di due marchi sotto la sua azienda Studio Imago: uno è quello che porta il suo nome, l’altro è +SOLE (ADDITIONAL SOLE). Le scarpe di Hiroshi Kida sono prodotte con il tradizionale metodo italiano Blake, in cui un’unica cucitura tiene unite la suola, la fodera, la tomaia e il sottopiede. Secondo il designer, dopo il boom della produzione industriale del 19esimo e 20esimo secolo, di cui oggi vediamo gli enormi costi ambientali e umani, è il momento di tornare ai metodi antichi, perché «la nuova domanda sarà soddisfatta alla vecchia maniera», un’affermazione che sembra paradossale solo in un primo momento. Per +SOLE (ADDITIONAL SOLE), invece, si avvale della tecnica dell’upcycling, mediante cui il designer dà nuova vita a vecchie calzature. Questa idea si adatta bene anche alle nuove esigenze emerse nell’industria della moda, tanto più dopo la pandemia, in cui abbiamo imparato quanto sia importante prenderci cura del pianeta che abitiamo.

Numero Uno

H. Katsukawa

Kyoko Sasage

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