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Ci sarà un sequel di C’era una volta a… Hollywood diretto da David Fincher, scritto da Quentin Tarantino e con protagonista Brad Pitt Il film racconterà la storia di Cliff Booth, il personaggio interpretato da Pitt nel film di Tarantino del 2019.
Prada ha aperto un ristorante ispirato ai film di Wong Kar-wai Si trova a Shangai e riproduce l'atmosfera dei film del regista di "In the Mood for Love".
La ministra della Giustizia americana vuole la condanna a morte per Luigi Mangione Ha inviato una comunicazione ai procuratori federali, chiedendo la pena di morte per quello che definisce «un terrorista».
Per aspera ad astra è il tema dell’edizione di C2C Festival che renderà omaggio a Sergio Ricciardone I biglietti saranno acquistabili da sabato 5 aprile.
È morto Val Kilmer, la rockstar della Hollywood degli anni ’80 e ’90 Aveva 65 anni e da tempo si era ritirato dalle scene a causa di un cancro alla gola.
C’è un pesce che si è evoluto appositamente per evitare di avere a che fare con i suoi simili Si chiama tetra messicano (Astyanax mexicanus) e ci ha messo 20 mila anni per raggiungere questo notevole risultato.
Nei biopic sui Beatles di Sam Mendes ci saranno tutti i boni preferiti di internet Harris Dickinson interpreta John Lennon, Paul Mescal sarà Paul McCartney, Barry Keoghan è Ringo Starr e Joseph Quinn farà George Harrison.
Adolescence verrà mostrato in tutte le scuole medie inglesi Un'iniziativa appoggiata dal Primo ministro inglese, Keir Starmer.

La scienza dello sbattere le palpebre

21 Giugno 2017

«Probabilmente non te ne accorgi, ma passi buona parte delle tue giornate andando in giro con gli occhi chiusi», scrive il New York. Dai dati in possesso degli scienziati, la persona media sbatte le palpebre tra le 20 mila e le 30 mila volte ogni ventiquattr’ore e, facendo due calcoli, dato che il battito dura due decimi di secondo il tempo totale dedicato a questa attività ammonta al 10 per cento della nostra vita diurna.

RAFW S/S 2011/12 - Shakuhachi Backstage

Tuttavia rimane, anche a livello di ricerca scientifica, la domanda sul perché battiamo le palpebre così spesso. E poi, come facciamo ad avere un flusso visivo ininterrotto da questi continui movimenti oculari? Mark Wexler, ricercatore della Université Paris Descartes di Parigi intervistato dal magazine americano, dice che «quando passiamo a uno stato di sonno profondo, sembra che succeda qualcosa alla nostra percezione del tempo». In buona sostanza, quando chiudiamo gli occhi – anche per frazioni di secondo – il cervello si comporta in modo diverso dalla norma. Per dimostrarlo, in uno studio in fase di pubblicazione Wexler e il suo team hanno condotto due esperimenti separati: nel primo hanno chiesto ai partecipanti di chiudere le palpebre dopo aver spento le luci di una stanza, riaccendendole solo alcuni millisecondi dopo la riapertura degli occhi; dopo, è stato chiesto al gruppo di descrivere la loro percezione della durata del buio, scoprendo che con gli occhi chiusi il tempo – quello percepito – passa da due a quattro volte più veloce, rispetto alle situazioni di oscurità affrontate con gli occhi aperti. Nel secondo esperimento, i partecipanti hanno battuto le palpebre guardando l’immagine di un quadrato che è apparsa per una frazione di secondo su uno schermo, ottenendo risultati simili: durante il battito di palpebre, il tempo “accelera”.

Questi risultati confermano che il blink deve avere una qualche funzione neurologica: uno studio del 2013 aveva di recente scoperto che durante quelle frazioni di secondo il cervello viene quasi resettato, mettendo in stand-by alcune zone connesse alle facoltà visive e dell’attenzione. E dato che è l’attenzione ad alterare la percezione del tempo, il risultato dei nostri battiti di palpebre è una percezione diversa dello scorrere dei minuti: potrebbe servire a rendere continua la nostra esperienza del mondo – cosa che spiegherebbe perché, chiudendo brevemente gli occhi, “continuiamo a vedere” – ma per saperlo per certo dobbiamo attendere nuove ricerche.

Immagini Getty Images
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