Finita l’era dei volti gonfi di filler, della body positivity e dei tatuaggi, sono tornate magrezza, facce scavate e corpi puliti, insieme a una quantità incalcolabile di routine, strumenti e prodotti che, ancora una volta, spingono grandi e piccoli verso modelli irraggiungibili di perfezione.
Il San Valentino al contrario del Giappone sta per finire

In Giappone, San Valentino si fonda sulla tradizione del giri choco, che in italiano si potrebbe grossolanamente tradurre con “cioccolato di cortesia”. Il 14 febbraio dalle donne giapponesi ci si aspetta che regalino ai loro colleghi maschi – in particolare quelli più anziani o quelli ai quali dovrebbero essere “grate” per chissà quale ragione – dei cioccolatini in scatola. I colleghi maschi, invece, per queste donne non devono fare nulla se non rimpinzarsi di cioccolata. Ma, come scrive Justin McCurry sul Guardian, la tradizione del giri choco sta per essere superata: quest’anno solo il 12,5 per cento delle lavoratrici ha detto che regalerà cioccolata ai colleghi, la più bassa percentuale mai registrata. Il 70 per cento di queste donne spiega il motivo per cui non perpetuerà la tradizione del giri choco: in sostanza, perché non serve, perché chi se ne frega.
Il giri choco vale anche fuori dall’ambiente lavorativo, anche se con regole diverse. Le donne non sono obbligate a regalare cioccolata a tutti i maschi della loro vita, ma se hanno una cotta o stanno frequentando qualcuno, ci si aspetta che siano loro a regalare la cioccolata. Possono farlo o non farlo, la decisione spetta a loro. Di sicuro, i maschi, anche in questo, non faranno nulla se non mangiare il cioccolato. Ma anche questa tradizione sta sparendo. Secondo un sondaggio pubblicato su Weekly Playboy (è solo un caso di omonimia, non è la versione locale del magazine americano) un terzo delle ragazze che vanno alle scuole medie e superiori ormai si aspettano siano i maschi a fare i regali di San Valentino. E i ragazzi, per fortuna, si stanno comportando di conseguenza: sempre di più sono quelli che approfittano di San Valentino per fare regali alla loro compagna, senza più aspettare il 14 marzo, il cosiddetto howaito dē (giorno bianco), la giornata in cui la tradizione vuole che i maschi facciano pure loro dei regali alle femmine.

Finita l’era dei volti gonfi di filler, della body positivity e dei tatuaggi, sono tornate magrezza, facce scavate e corpi puliti, insieme a una quantità incalcolabile di routine, strumenti e prodotti che, ancora una volta, spingono grandi e piccoli verso modelli irraggiungibili di perfezione.

In Italia per presentare il suo libro, E ho smesso di chiamarti papà, ci ha raccontato quello che è successo dal 2 novembre 2020, giorno in cui sua madre, Gisele Pelicot, le ha confessato gli orrori che aveva subìto per mano del marito.

Il social freezing, per ora disponibile solo privatamente, è uno strumento per preservare la fertilità femminile e contrastare la denatalità: come mai allora non se ne parla nel trito e ritrito dibattito sul calo delle nascite?