«È con immensa tristezza che la famiglia del leggendario vibrafonista, compositore e produttore Roy Ayers annuncia la sua scomparsa, avvenuta il 4 marzo del 2025 a New York, al termine di una lunga malattia. Ha vissuto per 84 meravigliosi anni e ci mancherà moltissimo. La famiglia chiede che in questo momento si rispetti la sua privacy, in attesa di una festa che celebri la vita di Roy». Con queste parole, scritte in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale, abbiamo scoperto della morte di Roy Ayers.
Nato a Los Angeles il 10 settembre del 1940, Ayers aveva pubblicato il suo primo disco, West Coast Vibes, nel 1963. A questa opera prima seguirono una serie di altri album da solista, fino alla formazione, nel 1970, della sua band, i Roy Ayers Ubiquity. È in questo stesso periodo che inizia la ricerca musicale che lo farà diventare il Godfather of Neo Soul: Ayers inizia a sperimentare con il vibrafono, strumento che aveva iniziato a suonare da piccolissimo dopo l’incontro con il jazzista Lionel Hampton, e con questo strumento crea una nuova forma di jazz-funk personale, riconoscibilissima, unica. Quando nel 1976 pubblica quella che diventerà la sua canzone più famosa, “Everybody Loves the Sunshine”, Ayers aveva già all’attivo 16 album, molti dei quali (solo per citare i più famosi: Virgo Vibes, Stoned Soul Picnic, Daddy Bug, Coffy, Change Up the Groove, Mystic Voyage) considerati oggi dei classici del genere e della musica in generale.
«Avevo questa frase in testa. “Everybody loves the sunshine”. Iniziai a canticchiare: “Feel what I feel, when I feel what I feel, what I’m feeling”. Poi mi misi a pensare a immagini estive… Fu tutto molto spontaneo. Fu meraviglioso», così Ayers, in un’intervista al Guardian del 2017, aveva raccontato la creazione di “Everybody loves the sunshine”, la canzone che, come spiegava lo stesso Ayers, «mi ha cambiato la vita». È un pezzo che in tantissimi hanno campionato: Mary J Blige, Mos Def, Dr Dre, Pharrell: c’è un sampling di questa canzone in almeno altre 100 canzoni e probabilmente altre 100 ne verranno in futuro. Ayers l’ha sempre tenuta come chiusura dei suoi concerti: «Il pubblico la cantava sempre assieme a me, perché a tutti piace il sole. Tranne a Dracula», diceva.