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Un uomo ucraino ha tracciato la ritirata dei russi grazie agli AirPod rubati

20 Aprile 2022

Il furto dei suoi AirPod si è rivelato un asso nella manica nella guerra contro i russi. È quanto successo a un uomo ucraino, Vitaliy Semenets, originario di Hostomel, una città a nord-ovest della capitale Kyiv, che quando si è reso conto che gli erano state sottratte le preziose cuffiette, ha avuto un’idea brillante per mettere una toppa alla sfortuna. Come ha raccontato Times London, Semenets ha immediatamente utilizzato la funzione di geolocalizzazione che permette di seguire gli oggetti Apple smarriti, monitorando in diretta i movimenti degli AirPod rubati. In concomitanza del furto, infatti, i russi avevano appena iniziato la loro ritirata da Hostomel dopo aver incontrato l’ostinata resistenza ucraina: proprio grazie all’app “Find Me”, Semenets ha così potuto seguirne gli spostamenti, che poi ha pubblicato di volta in volta su Instagram.

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Un post condiviso da Vitaliy Semenets (@vitaliysemenets)

Gli aggressori (e ladri di iPhone) si sono diretti prima verso la Bielorussia e hanno poi attraversato la città di Gomel, secondo quanto riporta il Times. L’ultimo post su Instagram di Semenets risale allo scorso 14 aprile e mostra che gli AirPod si erano ulteriormente allontanati, fino alla città russa di Belgorad, al confine orientale con l’Ucraina, dove le truppe russe si sono ammassate prima del nuovo attacco al Donbas in atto in questi giorni. Il furto degli AirPod non sembri strano: oltre agli orrendi crimini di guerra di cui si è ampiamente discusso nell’ultimo periodo, sono state molteplici le segnalazioni di crimini decisamente meno gravi da parte dell’esercito russo, un elemento che, secondo gli analisti, è un segnale di disorganizzazione e mancanza di disciplina.

Immagini delle telecamere a circuito chiuso di un ufficio postale in Bielorussia hanno mostrato, ad esempio, membri delle truppe russe che imballavano lavatrici, computer e scooter elettrici sottratti nei territori occupati dell’Ucraina per spedirli alle loro famiglie a Mosca, Omsk, Ulyanovsk e Novosibirsk. In totale, due tonnellate di merci sarebbero state spedite da 16 truppe russe, dice il Times, mentre da alcune intercettazioni telefoniche dei servizi segreti ucraini è venuto fuori che alcuni soldati russi avevano ricevuto una vera e propria “lista della spesa” da parte dei loro parenti: tra le cose più richieste computer, sneaker e capi d’abbigliamento. Un altro soldato, invece, avrebbe scambiato la propria divisa anti-proiettile con un MacBook, finendo poi ucciso nella battaglia di Irpin a causa della mancanza di equipaggiamento adeguato.

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