Abbiamo parlato del 41bis e dell’ergastolo ostativo con Valeria Verdolini, sociologa che insegna Politiche della sicurezza urbana all'Università degli Studi di Milano Bicocca.
Perché ci piace guardare i video di ricette disgustose
La ricetta è semplice. Prendete un gigantesco mattone di formaggio bello arancione, incidetelo e trasformatelo in un cestino. Avvolgetelo poi in una piadina, in un manto di pancetta, sbattetelo in forno, riempitelo con uova strapazzate e soffritto, otterrete un piatto visivamente e moralmente intollerabile e fisicamente indigeribile. Il video di Chefclub che ne spiega la ricetta è stato visto da oltre 3.1 milioni di spettatori. Partendo da questo caso e dall’assurdità dell’account di Chefclub, il cui obiettivo sembra essere quello di trasformare la cucina in una caricatura allucinante e disgustosa di sé stessa, il New York Times ha analizzato il motivo per cui paradossalmente ci piaccia così tanto guardare video simili.
2 Pound Scramble! This is one breakfast intended for sharing! ? pic.twitter.com/VExyGucQmV
— Chefclub Network (@ChefclubNetwork) October 9, 2020
Come per il video di Sweet Potato Turkey, in cui una carcassa di tacchino viene riempita di patate dolci, marshmallow, cotta nel burro, zucchero di canna, noci pecan e farina, è come se consapevoli che ci sia evidentemente qualcosa di sinistro in questi piatti, «volessimo comunque vedere fino a che punto si possa arrivare», scrive il New York Times. Sulla scia del suo incredibile successo, Chefclub è in concorrenza diretta con i media dedicati al cibo più convenzionali. Ma la differenza tra Chefclub e Bon Appétit, per esempio, «è che le ricette di Chefclub non devono necessariamente funzionare. Lo stesso vale per account simili. Devono colpirci, e lo fanno». Ogni nefandezza alimentare compiuta da Chefclub infatti, «non è tanto una ricetta quanto una gradita opportunità per rimproverare le orde inesistenti di persone che potrebbero effettivamente fare una cosa del genere – per lamentarsi dello stato decaduto del mondo. Anche se sappiamo benissimo che probabilmente nessuno mangia davvero in questo modo», alimenta quindi la nostra misantropia, come spiega il Nyt. E ci piace.