Lo si può visitare presso la New York Public Library: contiene interviste, sceneggiature, appunti, lettere e ricette.
Un nuovo restauro ha cambiato totalmente l’espressione di un personaggio di un dipinto fiammingo
L’English Heritage ha rivelato i risultati di un ambizioso progetto di conservazione, durato due anni, per rivelare il vero aspetto di un misterioso dipinto non firmato. Si tratta di un’opera fiamminga datata intorno al XVI secolo che ritrae una fruttivendola circondata da piatti pieni di frutta e verdura. Alice Tate-Harte, conservatrice delle collezioni dell’English Heritage, ha condiviso Guardian l’entusiasmo per il risultato finale di un progetto che si presentava molto lungo e difficile: «Ci ha permesso di mantenere la salute mentale anche durante il Covid», ha detto. Le condizioni del dipinto erano così precarie che complicavano il processo di pulizia: «Il telaio si sfaldava ed era molto sporco», ha detto Tate-Harte. «Era coperto da una vernice molto gialla sopra alla quale si erano depositati diversi strati di sporco … e sopra a tutto questo, una serie di ridipinture».
Il lavoro di restauro ha rivelato un’opera totalmente diversa. La torre e il cielo che delimitano l’opera in alto fanno in realtà parte di una striscia di tela aggiunta nel XIX secolo, probabilmente per adattare l’opera a una cornice quadrata. Ma la scoperta più sensazionale è che quello della fruttivendola è un sorriso falso, perché l’espressione originale era invece molto seria, quasi scontrosa. Chissà per quale motivo, a un certo punto, negli ultimi 400 anni, un restauratore di dipinti ha deciso che la donna era troppo cupa e avrebbe dovuto sorridere.

Il dipinto prima dell’inizio dei lavori di restauro (fotografia English Heritage)

Lo stesso dipinto alla fine del lavoro di pulitura durato due anni
Infine, l’importante lavoro di restauro ha permesso agli studiosi di ipotizzare un autore per un’opera da sempre considerata anonima: le analisi tecniche hanno datato il dipinto a poco prima dell’età dell’oro olandese (XVII secolo), molto prima di quanto si pensasse in precedenza, il che rende altamente probabile che il dipinto sia collegato all’importante pittore di nature morte del XVI secolo Joachim Beuckelaer, il cui lavoro è presente in collezioni tra cui quelle della Galleria Nazionale e del Museo del Prado di Madrid.

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