Putin ha fatto un decreto per legalizzare i saccheggi in Ucraina
Vladimir Putin, il 19 ottobre, ha emanato una legge marziale nelle quattro regioni occupate dell’Ucraina – sono Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Luhansk – che, come spiega The Art Newspaper, «legalizza» in quei territori il saccheggio del patrimonio culturale del Paese in nome della «conservazione».
Secondo i media ucraini è dall’inizio della guerra che le forze russe rubano manufatti e opere. In particolare, due musei sono stati vittime predilette dei saccheggiatori russi: il Shovkunenko Regional Art Museum e il Kherson Regional Museum. I russi non si sono dilettati solo nel saccheggio di opere d’arte pittorica, ma hanno dimostrato una grande dedizione nello smantellamento e nella rimozione di monumenti dedicati a personaggi dell’era sovietica ed eroi imperiali russi, come il generale Aleksandr Suvorov e l’ammiraglio Fyodor Ushakov. Anche il monumento al principe Grigory Potemkin – una ricostruzione del 2003 di quello eretto nel 1823 e scomparso durante la Seconda guerra mondiale – l’amante dell’imperatrice Caterina la Grande, è stato smantellato e rimosso dai russi. Non solo: le spoglie del principe, che si trovavano nella cattedrale di Santa Caterina di Černihiv, sono state riesumate dai russi e portate in un luogo sconosciuto.
A quanto pare, la quattro regioni recentemente annesse non sarebbero il solo bersaglio di queste misure speciali. C’è stato anche un secondo decreto firmato da Putin, sempre il 19 ottobre, che ha esteso le misure fino alle regioni russe di Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov, tutte al confine con l’Ucraina, e alla Crimea (annessa alla Russia nel 2014). Il ministero della Cultura ucraino sostiene che i russi intendono portare via tutti i reperti archeologici, in particolare quelli fatti con metalli preziosi, conservati nelle istituzioni culturali della penisola di Crimea. Inoltre, il ministero della Cultura ucraino aveva dichiarato già il 15 ottobre – quattro giorni prima che Putin annunciasse il suo decreto – che «la rimozione degli oggetti più preziosi dai musei della Crimea e di altri territori occupati è una palese violazione della Convenzione dell’Aia riguardante la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato». Per questo, il Ministero ha contattato l’Unesco nella speranza di convincere la Russia a rispettare il diritto internazionale.