Abbiamo parlato del 41bis e dell’ergastolo ostativo con Valeria Verdolini, sociologa che insegna Politiche della sicurezza urbana all'Università degli Studi di Milano Bicocca.
La protesta delle donne estoni davanti all’ambasciata russa è la più forte vista finora

«È un’iniziativa così forte da togliere il respiro. Grazie Estonia», ha commentato su Twitter Liubov Tsybulska, fondatrice del Centro per le comunicazioni strategiche e la sicurezza dell’informazione dell’Ucraina, entità governativa di contrasto alla propaganda e alla disinformazione russa. Il 13 aprile, a Tallin, decine di donne si sono allineate in silenzio davanti all’ambasciata russa: con le mani legate dietro la schiena, le teste coperte da sacchi della spazzatura e strisce di sangue che dalle mutande colano sulle gambe, hanno creato una rappresentazione molto forte degli abusi sessuali commessi dai soldati russi nei confronti di donne e bambini ucraini. «In Ucraina, i soldati russi stanno stuprando e uccidendo donne e bambini innocenti. Le persone che appoggiano questa invasione stanno anche appoggiando i crimini di guerra, omicidi sconcertanti di cui sono complici. Questo è il nostro messaggio ai sostenitori del regime di Putin, in Russia, in Estonia e in qualunque altro posto», hanno dichiarato le attiviste.
Liubov Tsybulska: “Near the Russian Embassy in Tallinn today. This is a such strong action that takes your breath away. Thank you, Estonia”.#RussianWarCrimes pic.twitter.com/UJhfUj7xBX
— Oleksandra Matviichuk (@avalaina) April 13, 2022
La protesta, avvenuta nel giorno in cui Zelensky è intervenuto in collegamento video al Parlamento estone e il presidente dell’Estonia Alar Karis è partito per Kiev insieme ai presidenti di Polonia, Lettonia e Lituania, è la terza protesta nel giro di tre giorni. Lunedì 11 aprile una decina di attivisti avevano protestato di fronte all’ambasciata tedesca della città stendendosi per terra con le mani legate dietro la schiena come i civili uccisi a Bucha. Martedì 12 aprile un gruppo di manifestanti si era messo di fronte all’ambasciata ungherese indossando delle maschere antigas per esprimere il loro dissenso nei confronti dell’Ungheria che continua a comprare il gas russo.