L’agente di quattro degli ultimi cinque vincitori del Festival è da giorni la protagonista del Tarmagate, una teoria del complotto poco credibile che però affonda le radici in uno dei mali sempre più evidenti del sistema italiano: il "circolino".
Jacob Elordi, Sidney Sweeney e Hunter Schafer, ma anche Alexa Demie, Maude Apatow e Chloe Cherry: li abbiamo scoperti tutti grazie alla serie di Sam Levinson, che è riuscito a convincerli a tornare assieme per la terza stagione.
In un Sanremo sempre più brandizzato e in uno star system privo di personalità veramente interessanti, la scelta del cantautore toscano di «vestirsi da solo» era quella di cui avevamo bisogno.
Il bipolarismo italiano è tornato in scena a Sanremo, un Festival nel quale tutti si sono scelti una parte: a destra per Simone Cristicchi, a sinistra con Lucio Corsi. E alla fine ha vinto il Terzo Polo di Olly.
Iniziata quasi per caso, come riempitivo, è diventata l'appuntamento più atteso del Festival. E ha anche anticipato (e forse favorito) la tendenza "nazionalista" delle classifiche degli ultimi anni.
Il Festival è anche l'evento in cui il marketing tocca le vette del kitsch, con cantanti che per una settimana si improvvisano ristoratori, gelatai, enologi e pure psicologi.
Le atmosfere dei Radiohead e l’elettronica dei Massive Attack, le percussioni di Caetano Veloso e il sadcore di Lana Del Rey: dopo 10 anni da indie, Sanremo è la sua occasione per farsi conoscere da tutti.
La co-conduzione di Sanremo è il punto di arrivo del più riuscito processo di memificazione della storia dell'internet italiana: Gerry Scotti ha conquistato la tv, poi i social e adesso di nuovo la tv.
La prima serata del Festival è già dimenticata, tra gag un po' fiacche e rapper molto addomesticati. Nella noia, ci siamo ritrovati a parlare tutti delle stesse cose: zio Gerry e Jovanotti.
È nato come un innocuo giochino di internet ma è diventato una fastidiosa e continua interruzione. Soprattutto, è una violazione di una legge fondamentale: Sanremo è di tutti, non solo di chi sta chronically online.