Abbiamo parlato con lei del suo documentario sull'Ucraina, e poi di Palestina, Israele, immigrazione e Mediterraneo. E, soprattutto, del fatto che l'unico racconto di guerra che conti sia quello di chi resta.
La bambina attivista è diventata l'adulta che nessuno si aspettava: parla sempre di crisi climatica ma si schiera anche a favore dei palestinesi, dei curdi, degli operai licenziati. Fa politica, tanti la ammirano e altrettanti la detestano.
Storia di un ragazzo timido che sognava di fare il medico e ha scelto oftalmologia perché il sangue gli faceva impressione, e che si è ritrovato a guidare uno dei regimi più sanguinari nella storia del Medio Oriente [dai nostri archivi].
I meriti della sorella Elena e del padre Gino, anche se a livello istituzionale e culturale i progressi sono ancora troppo lenti.
Negli ultimi anni ci siamo abituati a considerarla una superpotenza economica e culturale, tra tech, cinema, serie tv e K-pop. Ma quello che è successo ieri ci ricorda che la Corea del Sud è anche e soprattutto altro.
In questi giorni i feed social sono pieni di video e foto che raccontano le proteste contro il governo filo-putiniano di Irakli Kobakhidze: immagini impressionanti sia per il fascino che esercitano che per la violenza che mostrano.
Con il sostegno a Donald Trump, la trasformazione di Musk si è compiuta: da genio che avrebbe dovuto salvare il mondo a villain che contribuirà a distruggerlo.
Troppo impegnati a decidere se si è trattato di semplici risse o di nuovo pogrom, ci siamo persi la verità. Questo aumenta una sorta di "scontro di civiltà", una guerra dalla quale usciremo tutti sconfitti.
Tra le tante sorprese riservate dalle elezioni americane, una è stata particolarmente sconvolgente: la scoperta che la Gen Z americana, e in particolare i maschi, è di destra.
Il disastro delle elezioni americane viste dalla tv italiana, tra speranze deluse e i soliti Mentana e Vespa a tenere banco.
Può la morte di uno scoiattolo (e di un procione) decidere le elezioni presidenziali americane? Forse sì, forse no, ma il solo fatto che ci stiamo facendo questa domanda dovrebbe spaventarci a morte.
Dopo la pausa estiva, ricomincia la vita nei campus che l’anno scorso sono stati l’epicentro di proteste pro-Palestina. Manifestazioni che hanno evidenziato una contraddizione forse insanabile che riguarda il ruolo stesso dell’università negli Stati Uniti.
Diverse leggi approvate fin qui dal governo Meloni criminalizzano la protesta pacifica: ma la storia del '900 dimostra che il mondo è migliorato anche grazie alle azioni non violente.
Lo show del governo Meloni sui nuovi centri migranti in Albania è uno spettacolo tremendo.
Erano un luogo simbolo del Paese, ma in quest'anno tantissimi sono stati abbandonati e trasformati in memoriali.
Anche nel dibattito di stanotte tra Harris e Trump si è tornati a discutere di identità, razzismo e, soprattutto, di cosa significhi essere neri nell’America di oggi.