Hype ↓

L’amicizia tra Philip Roth e il proprietario di una bancarella di libri

07 Giugno 2018

Philip Roth aveva amici importanti e famosi, questo lo si sa: era amico di John Updike, che vedeva poco ma sentiva spesso, di Mia Farrow ed era particolarmente legato a Norman Manea, lo scrittore romeno. A due settimane della sua morte, però, è saltata fuori una storia di cui prima si sapeva ben poco: Roth era anche amico del proprietario di una bancarella di libri, che ha frequentato negli ultimi suoi trent’anni di vita, e che ha aiutato firmando, ogni volta, decine di copie di libri, che questi rivendeva senza sovrapprezzo. La storia è stata raccontata qualche giorno fa da Spectrum News NY1, il sito legato alla televisione locale newyorchese.

Enrico Adelman, questo il nome dell’amico di Roth, gestisce da decenni una bancarella di libri nell’Upper West Side, non lontano da Zabar’s, lo storico negozio gourmet. Nel 1989, si ferma davanti alla sua bancarella un tizio che somigliava incredibilmente a Philip Roth: infatti era Philip Roth. I due si rincontrarono qualche giorno dopo a una festa, iniziarono a chiacchierare e divennero amici. Adelman gli chiese di firmare qualche decina di copie, che avrebbe poi venduto alla sua bancarella: lo scrittore acconsentì e, da allora, divenne una tradizione tra i due.

roth

Ogni volta che Roth pubblicava un libro, Adelman gli faceva firmare svariate copie: le vendeva al prezzo standard, ma pubblicizzando bene che alla sua bancarella si trovavano i libri firmati dal celebre autore. Ogni tanto, sostiene New York One, i due pranzavano anche insieme. L’ultima volta che si sono visti era lo scorso aprile, quando il libraio andò a casa dello scrittore con trecento volumi da firmare. L’ultima volta che si sono sentiti è stato lo scorso 18 maggio, quando Roth ha mandato ad Adelman un messaggio al cellulare: «Sono in ospedale». Quattro giorni dopo, è morto. Adelman ha partecipato al funerale.

Articoli Suggeriti
Esisterà mai una città dei 15 minuti?

Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.

Cosa comporta avere un murales di Banksy sulla tua casa

Leggi anche ↓
Esisterà mai una città dei 15 minuti?

Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.

Cosa comporta avere un murales di Banksy sulla tua casa

Il New Yorker ha stroncato Le otto montagne

Sta per arrivare un nuovo album dei Dogstar, la band di Keanu Reeves

Tutte le produzioni hollywoodiane sono ferme per lo sciopero degli sceneggiatori

Presto potremmo vivere in un mondo senza tupperware perché Tupperware sta fallendo