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Jonathan Anderson è il nuovo Direttore creativo di Dior Men Debutterà a giugno, a Parigi, durante la settimana di moda maschile.
«Non siamo mai stati così vicini alla scoperta della vita su un altro pianeta» Lo ha detto il professor Nikku Madhusudhan, responsabile della ricerca dell'Università di Cambridge che ha trovato molecole compatibili con la vita sull'esopianeta K2-18b.
La locandina di Eddington, il nuovo film di Ari Aster, è un’opera d’arte, letteralmente Il regista presenterà il film in anteprima mondiale al prossimo Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio.

In Mongolia c’è ancora la peste bubbonica

08 Maggio 2019

Secondo quanto riporta NPR, un caso di peste bubbonica è stato segnalato in Mongolia lo scorso primo maggio: si tratta di una coppia di etnia kazaka, deceduta dopo aver cacciato e consumato le interiora crude di una marmotta, che secondo gli esperti può ospitare il batterio di quella che nel Medioevo veniva chiamata “la peste nera”, la grande epidemia che colpì l’Europa tra il 1347 e il 1352 provocando la morte di almeno un terzo delle persone che all’epoca vivevano sul continente. Ma come è possibile che il batterio sia sopravvissuto dopo centinaia di anni?

Intanto bisogna specificare che la coppia – che viveva nella Bajan-Ôlgij, la provincia più occidentale della Mongolia al confine con la Russia e la Cina – aveva consumato la carne e le reni crude della marmotta perché alcuni credono esse abbiano poteri benefici per la salute dell’uomo. Non è chiaro se i due abbiano ricevuto delle cure e, se sì, di che tipo. Com’è facilmente immaginabile, nel Paese si è scatenato il panico: racconta infatti NPR che «il governo ha messo in quarantena per sei giorni la regione, impedendo a decine di turisti di lasciare l’area. Almeno un aereo è stato esaminato da funzionari sanitari in cause di contaminazione. E dopo che non sono comparsi nuovi casi entro lunedì, la quarantena è stata rimossa».

Sebbene raro, il caso della coppia di Bajan-Ôlgij non è isolato: secondo il Centro nazionale per le malattie zoonotiche degli Stati Uniti, infatti, ogni anno almeno una persona in Mongolia muore a causa della peste, di solito dopo essere venuta a contatto con le marmotte. Non è l’unico luogo del mondo in cui succede: nonostante siano lontani i giorni di massima diffusione, dal 2010 al 2015 ci sono stati più di 3.000 casi segnalati di peste bubbonica, con 584 decessi. Come ha spiegato però David Markman, ricercatore della Colorado State University, le marmotte sono solo dei vettori e, molto probabilmente, non è il consumo della loro carne la ragione delle morti in Mongolia, visto che gli acidi del nostro stomaco dovrebbero essere in grado di annientare la maggior parte dei batteri pericolosi. La Yersinia pestis, il batterio che causa la peste, vive in animali infetti, in particolare roditori, e si diffonde a causa delle pulci. Le pulci possono infestare specie selvagge di roditori che vivono lontano dell’uomo e questo può spiegare come la malattia abbia continuato a propagarsi fino a i nostri giorni. Come succede con la zanzara e la malaria, infatti, «La stragrande maggioranza dei casi umani è il risultato di una contrazione da un morso delle pulci».

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