Cosa abbiamo letto a marzo in redazione.
James di Percival Everett ha vinto il National Book Award
Racconta la storia di Huckleberry Finn, ma dal punto di vista dell'amico nero che scappa dallo schiavismo.

Il National Book Award, il più importante premio letterario dedicato alla letteratura americana, è stato vinto da James di Percival Everett. Il libro era già in shortlist del Booker (vinto da Orbital, che non vediamo l’ora di leggere), ed è tra i più venduti, fin dall’uscita, nelle classifiche degli Stati Uniti. Inoltre James è stato opzionato dalla Universal Pictures, attraverso la casa di produzione di Steven Spielberg, la Amblin Partners. Lo stesso Everett scriverà la sceneggiatura e sarà produttore esecutivo, mentre la regia sarà affidata a Taika Waititi.
Di cosa parla James, che in Italia è stato pubblicato da La nave di Teseo? È una brillante riscrittura della storia di Huckleberry Finn, raccontata stavolta dal punto di vista di James/Jim, lo schiavo nero compagno di Huck. Ci troviamo ad Hannibal, una cittadina lungo il Mississippi, e lo schiavo Jim scopre che a breve verrà venduto a un uomo di New Orleans, finendo per essere separato per sempre dalla moglie e dalla figlia. Decide, quindi, di scappare e nascondersi nella vicina Jackson Island per guadagnare tempo e ideare un piano che gli permetta di salvare la sua famiglia. Nel frattempo, Huckleberry Finn ha simulato la propria morte per sfuggire al padre violento recentemente tornato in città, e anche lui si rifugia nella stessa isola. Come tutti i lettori delle Avventure di Huckleberry Finn sanno, inizia così il viaggio in zattera lungo il Mississippi verso la promessa di un Paese libero. James si chiamerebbe James, e non Jim, ma questo è il nome che, in senso dispregiativo, danno a tutti i neri – indegni di avere anche un nome proprio.
Se avevate sentito parlare di Everett anche qualche mese fa (oltre che per i suoi libri, ovviamente) era stato merito di American Fiction, il film di Cord Jefferson candidato a cinque Premi Oscar: tratto dal romanzo Erasure, scritto nel 2001 da Everett e ri-pubblicato, quest’anno, proprio da La nave di Teseo con il titolo Cancellazione.
Il direttore editoriale Elisabetta Sgarbi ha detto, della vittoria: «I romanzi di Percival Everett raccontano con una sensibilità unica le dinamiche del nostro tempo. Il riconoscimento del National Book Award conferma che la grande letteratura è uno strumento per comprendere il mondo in cui viviamo».

Dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot e il flop di Freaks Out, il regista romano torna con un altro film, anche questo di genere, anche questo costosissimo, anche questo folle per gli standard del nostro cinema.