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Per chi se li fosse persi

Una selezione di alcune letture interessanti (secondo noi). Sulla stampa italiana e internazionale

16 Ottobre 2011

Ecco qualche suggerimento di lettura domenicale selezionato dalla redazione di Studio

Tweet Science
Joe Hegan su NYMag – domenica 2 ottobre
«Twitter sta costruendo una macchina per convertire in contante 140 caratteri su Barack Obama, Ashton Kutcher, la lotta per la libertà e Starbucks. Prima che la cosa invecchi».
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Ronaldo vs. Messi
Brian Phillips su Grantland – martedì 4 ottobre
«Dovrebbe essere una delle sfide più grandi nella storia dello sport più popolare del mondo. Perché non è avvenuta?»
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The Year of Reading Differently
Edward Stourton su Slate – sabato 8 Ottobre
«Quello che è successo quando ho abbandonato la carta per i pixel»
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India Vows to Open Up Luxury Market
Margherita Stancati sul Wall Street Journal – martedì 11 ottobre
«Per molti marchi di luxory internazionali avere una presenza in India è stato poco più che un esercizio di brand». Presto le cose potrebbero cambiare.
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The Iranian Connection
L’ex vicesegretario di Stato americano Martin Indyk su Foreign Policy – martedì 11 ottobre
«Per quanto non immediatamente ovvia, esiste una connessione importante tra le due notizie della settimana dal Medio Oriente – il negoziato per uno scambio di prigionieri tra Hamas e Israele per la liberazione di Gilad Shalit e l’arresto dell’agente iraniano Manssor Arbasiar – una connessione che dimostra l’indebolimento del potere dell’Iran dopo la Primavera Araba».
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Confidences
Nick Antosca su The Paris Review Daily – mercoledì 12 ottobre
«It helped that he wasn’t entirely real to me. By then I’d stopped asking about his real name: he was more useful to me faceless. I felt I could reveal to him things that I couldn’t to people who knew me better».
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Il colmo dell’autolesionismo: la sinistra divisa pure su Jobs
Rinaldo Gianola sull’Unità – giovedì 13 ottobre
«Verrebbe subito da chiedere a Vendola: scusa compagno governatore, ammettiamo che Jobs non vada bene, ma visto che usi Facebook ci vuoi dire cosa pensi del suo fondatore Mark Zuckerberg che oltre a essere un miliardario, in dollari, ha pure fregato il suo socio? La contraddizione è sempre in seno al popolo, si annida come una serpe velenosa per far esplodere le deboli convinzioni, perchè questa sinistra è rimasta orfana non solo delle ideologie ma spesso anche delle idee»
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Il disastro nucleare che non ha ucciso nessuno
Giulia Pompili e Marco Pedersini sul Foglio – giovedì 13 ottobre
«Secondo la relazione ufficiale consegnata dalla Tepco all’Aiea, all’origine della crisi nucleare c’è il maremoto, che ha messo fuori uso i sistemi di raffreddamento della centrale di Fukushima Dai-ichi. Molti specialisti, tuttavia, propendono per un’altra versione dell’incidente, che rovescia l’analisi tecnica ufficiale e aggrava le responsabilità dei progettisti della centrale: alcune strutture dell’impianto avevano già ceduto durante la prima scossa».
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Il manifesto di Zuccotti Park
Christian Rocca sul Sole24Ore – venerdì 14 ottobre
«Il movimento Occupy Wall Street, in teoria, non è contrario al mercato e al capitalismo. Ma solo in teoria. Non sempre, anzi quasi mai, le proposte contenute nello Statuto Economico sono compatibili con un sistema capitalista, da qui il disagio di New Republic e gli urrà di Khamenei».
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«Fiat ha un modello di sviluppo solo per l’America»
Antonio Vanuzzo su Linkiesta – venerdì 14 ottobre
«Il vero interesse di Fiat, in questo momento, è rilanciare la produzione negli Usa. Per farlo, ha preferito puntare sull’occupazione in America rispetto all’Italia». Maurizio Del Conte, docente di Diritto del lavoro alla Bocconi e attualmente alla Richmond University, in Virginia, spiega a Linkiesta le differenze tra il contratto siglato da Marchionne con il sindacato Usa e la situazione italiana
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