L'economia dell'attenzione non lascia scampo: Demna da Gucci è la notizia della settimana, arrendetevi, è inutile che proviate a cercare altro nei vostri feed.
Un’ondata di occupazioni sta coinvolgendo scuole e università di mezza Europa
«Chiunque, in qualsiasi parte del mondo voglia organizzare un’occupazione nella sua scuola o nella sua università è il benvenuto. L’unica cosa che conta è che vogliano contribuire al raggiungimento del nostro obiettivo e che seguano i nostri tre princìpi guida: le occupazioni devono essere guidate da giovani, devono essere finalizzate all’ottenimento della giustizia climatica e devono proseguire fino a quando l’obiettivo non sarà raggiunto». Questo il manifesto con il quale studenti di mezza Europa stanno occupando scuole e università in queste ore: come riporta il Guardian, al momento ci sono già 22 occupazioni confermate – nessuna in Italia, ma sul profilo Twitter “End Fossil: Occupy” si legge che oltre a quelle già in corso ne arriveranno altre – l’inizio di una campagna che nelle intenzioni dovrebbe proseguire per tutto il mese di maggio.
🌎 OCCUPATION WAVE 🌎
✊ Simultaneous student occupations in the UK, Spain, Portugal, Belgium, and Germany. And more to come…
🔥 In the spirit of May ‘68, we are rising up in resistance to fossil capitalism and the destruction of our life support systems.
The time is now‼️… pic.twitter.com/snchOzX3rt
— End Fossil International (@endfossil) May 2, 2023
In Germania sono state occupate le università di Wolfenbüttel, Magdeburgo, Münster, Bielefeld, Ratisbona, Brema e Berlino. In Spagna, gli studenti dell’Università di Barcellona stanno organizzando lezioni all’aperto, tutte dedicate alla crisi climatica. L’università di Gand, in Belgio, è attualmente occupata da quaranta studenti. Cento sono, invece, gli studenti cechi che si sono accampati davanti al ministero dello Sviluppo economico per protestare contro l’immobilismo del governo sulla questione climatica. E anche nel Regno Unito ci sono diverse occupazioni in corso: a Leeds, a Exeter e a Falmouth, tra le altre. Le proteste più importanti però sono quelle portoghesi: a Lisbona sono state occupate sette scuole e due università, e in uno dei due atenei della capitale gli studenti si sono barricati nell’ufficio del rettore. Come successo nelle scorse settimane anche in Italia, le proteste hanno portato anche al blocco della circolazione su alcune delle più importanti e trafficate strade di Lisbona. A far desistere gli studenti non sono servite neanche le minacce dei docenti, che già la scorsa settimana avevano chiesto l’intervento delle forze dell’ordine per sgombrare una scuola occupata.
Occupazioni e blocchi del traffico fanno parte della campagna “End Fossil: Occupy!”, lanciata in queste settimane da attivisti e attiviste di tutto il mondo nella speranza di riportare la crisi climatica al centro del dibattito pubblico mondiale come successe in seguito alle proteste del 2019. In un comunicato stampa diffuso dagli organizzatori di “End Fossil: Occupy!” si legge che l’ispirazione viene dal Maggio francese e che l’intenzione è quella di «radicalizzare il movimento sia nelle tattiche che nelle richieste. Occupazioni invece di scioperi. Porre fine all’economia basata sui combustibili fossili invece di “ascoltate gli scienziati”. “End Fossil: Occupy!” vuole riaccendere il fuoco delle proteste del 2019».