Cosa abbiamo letto a marzo in redazione.
Il Congresso botanico internazionale ha iniziato a ripulire i nomi delle piante dai riferimenti razzisti
Da domenica 21 luglio è in corso a Madrid l’International Botanical Congress, che riunisce i più importanti esperti di botanica al mondo fino al prossimo 27 luglio. Come segnala il Guardian, uno degli argomenti su cui gli scienziati stanno lavorando (e probabilmente uno dei pochi che anche noi profani possiamo capire) è quello che riguarda la nomenclatura di alcune specie di piante, che affondano le proprie radici in un linguaggio stereotipato e superato. In particolare, secondo la commissione che conta più di 100 esperti e che si è riunita per sei giorni prima di arrivare a una decisione, alcuni nomi hanno un significato razzista che andrebbe lasciato nel passato.
Per fare un esempio, gli scienziati coinvolti hanno deliberato che, d’ora in poi, i nomi di piante, funghi e alghe non debbano più contenere la parola “caffra”, epiteto razzista usato nei confronti delle persone nere, ma che si usi “affra” per specificare che l’origine di quella determinata pianta è il continente africano. Sono più di duecento, scrive il Guardian, le specie che cambieranno nome, come l’Erythrina caffra, che diventerà Erythrina affra. Uno speciale comitato supervisionerà poi i nomi dei nuovi organismi scoperti, che storicamente prendono il nome da chi li ha osservati e descritti per primo: trattandosi però di letteratura scientifica, i botanici coinvolti hanno ritenuto fosse più affidabile creare una nomenclatura neutra invece di lasciare che i “bias” di determinati scienziati influenzino il modo in cui quella pianta, alga o fungo verrà conosciuto per sempre.
Com’è facile immaginare, questi cambiamenti non sono stati accettati all’unanimità dalla comunità di riferimento, all’interno della quale non tutti ritenevano che il cambiamento delle etichette storiche fosse un problema, ma è comunque la prima volta che si vengono modificate, e accettate, le regole della tassonomia in maniera ufficiale. A chiedere, da anni, l’abolizione della parola caffra sono stati per primi i tassonomisti Gideon Smith, dell’Università Nelson Mandela in Sudafrica, e la collega Estrela Figueiredo, che nel corso della loro carriera si sono battuti per il riconoscimento dell’origine razzista di certe nomenclature botaniche e la loro sostituzione. Non solo i nomi delle piante possono essere controversi, come dimostra l’esistenza di un coleottero Hitler (Anophthalmus hitleri) e della farfalla Mussolini (Hypopta mussolini). Nessuno di questi nomi sembra un complimento, soprattutto per le creature che devono subire le bizzarrie umane.

Dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot e il flop di Freaks Out, il regista romano torna con un altro film, anche questo di genere, anche questo costosissimo, anche questo folle per gli standard del nostro cinema.