L'economia dell'attenzione non lascia scampo: Demna da Gucci è la notizia della settimana, arrendetevi, è inutile che proviate a cercare altro nei vostri feed.
Noir e cliché
Le Belve di Don Winslow sembra uscito da un generatore automatico di Tv Tropes. Ma è bello
A pagina venti cominci a pensare «cavoli, questo tizio scrive proprio bene». A pagina quaranta – nello specifico a pagina 39, quando arrivi alla scena del bravo adolescente che si arruola nella mafia perché ha ingravidato fidanzatina e che dopo avere impallinato il suo primo uomo piange sul pancione della sua donna: «Lo faccio per te, figlio mio» – insomma, quando arrivi a pagina quaranta quasi quasi cambi opinione: «Questo film l’ho visto già un po’ troppe volte».
Ma bastano poche altre facciate per ricrederti una seconda volta. Le Belve di Don Winslow (Einaudi, 453 pagine molto diluite) è uno di quei noir che ti tengono attaccati al volume, uno di quei libri che ti fanno sperare che l’autobus sia in ritardo per potere leggere qualche pagina in più – a meno che uno non sia in grado di leggere sull’autobus. È uno di quei libri che ti portano a chiederti se i cliché tutto sommato non siano una gran bella cosa.
Le Belve le ha proprio tutte. I suoi personaggi sembrano usciti da un generatore di romanzi messo a punto su Tv Tropes. Oltre all’imperdibile muchacho del «Lo faccio per te, figlio mio» troviamo, in ordine sparso:
Una RRTR – Repubblicana Razzista con le Tette Rifatte
La coppia di psicanalisti ebrei democratici abbonati a Tikkun, The Nation e Mother Jones – e pure hippy
La povera ragazzina ricca ignorata da una madre superficiale, che sotto l’albero di natale al posto di una bicicletta le fa trovare un buono per una mastoplastica additiva (è pure gnocca, tosta e un tantino borderline)
Il fattone laureato a Berkeley che vorrebbe fare il nonviolento ma poi si trova coinvolto nel gioco
Un’altra ragazzina ricca, gnocca e borderline
Lo psicopatico antisociale che ammazza tutti perché suo padre da piccolo lo ha fatto cadere da uno scaffale
La tipa di mezza età ancora scopabile che vorrebbe stare in pace a guardarsi le telenovelas ma di mestiere ordina di sciogliere la gente nell’acido
Quelli che si capisce subito che faranno una brutta fine
E molti altri
Allora che cosa fa di Le Belve un libro degno di essere letto? Be’, tanto per cominciare è ben scritto. Poi i cliché non sono sempre un handicap, sui cliché ha fondato una stimatissima carriera gente del calibro di Woody Allen. Ma soprattutto la narrazione segue un climax azzeccatissimo e – quel che sorprende di più – riesce a farlo pur avendo una trama tutto sommato prevedibile. Ecco, se Tv Tropes avesse un generatore automatico di romanzi probabilmente il risultato somiglierebbe a Le Belve. Ma sarebbe molto più moscio.

Abbiamo cambiato il sommario di questo articolo tre volte: doveva essere sul bisticcio tra Macron e Trump, poi sul video AI di Trump Gaza, alla fine è arrivato il triplo scazzo Zelensky-Trump-Vance. Serve altro per dimostrare che viviamo in tempi di velocissima escalation verso la fine del mondo?