Stranger Things e Dahmer hanno salvato Netflix
La Grande Disiscrizione non è nemmeno cominciata e forse è già finita. Almeno così pare, stando a quello che ci ha detto Netflix con l’ultimo report sullo stato di salute dell’azienda nell’ultimo trimestre: Netflix ha registrato guadagni migliori del previsto, superiori persino alle sue stesse aspettative. Infatti, il trend di perdita degli abbonati degli ultimi due trimestri è stato invertito e 2,4 milioni di nuovi subscriber si sono aggiunti negli ultimi tre mesi. Sicuramente un numero inferiore rispetto a quello registrato nello stesso trimestre dello scorso anno – 4,4 milioni – ma comunque circa il doppio della cifra prevista.
A risollevare Netflix ci ha pensato un gruppo piuttosto stravagante: degli adolescenti che combattono i mostri del Sottosopra e un serial killer. Se la piattaforma streaming nello scorso trimestre ha ottenuto risultati così positivi è grazie soprattutto a due titoli: la quarta stagione di Stranger Things e la novità Dahmer, ormai ufficialmente la seconda serie Netflix in lingua inglese più vista di tutti i tempi (proprio dopo Stranger Things 4). Come rivela il Guardian, in una lettera agli azionisti del 18 ottobre, la società ha affermato che: «Dopo un primo semestre difficile, riteniamo di essere sulla buona strada e prevediamo di riprendere a crescere. La chiave è la soddisfazione dei nostri abbonati». Secondo Netflix, il piano aziendale funziona e deve restare invariato: si tratta “semplicemente” di vincere la guerra delle visualizzazioni, di far sì che gli spettatori, tra tutte le piattaforme (ormai tante) e tutti i contenuti (ormai tantissimi) disponibili, scelgano quelli targati con la N rossa. «Quando le nostre serie e i nostri film piacciono agli abbonati, questi ne parlano con i loro amici, e così sempre più persone ci guardano, si uniscono a noi, restano con noi». Per uscire dalla crisi, insomma, basta il passaparola.
La crisi della prima metà del 2022 ha impressionato anche e soprattutto perché Netflix aveva ancora freschi nella memoria i numeri strabilianti registrati nel 2020 e, in generale, per tutto il periodo della pandemia: nei primi sei mesi del 2020, infatti, la piattaforma era arrivata a contare quasi sedici milioni di abbonati. Con la fine delle restrizioni imposte per contenere la diffusione del coronavirus e il ritorno delle attività sociali, molte persone hanno deciso di cancellare il loro abbonamento, cosa che ha avuto come estrema conseguenza la perdita di valore dei titoli azionari di Netflix, calati quest’anno fino al 60 per cento. Per superare queste difficoltà, Netflix ha anche annunciato un piano di abbonamento più economico in cui per la prima volta nella storia della piattaforma saranno inseriti spot pubblicitari. Sempre nella lettera agli azionisti di cui sopra, però, Netflix riconosce che esistono ormai delle oggettive difficoltà nel mercato dello streaming, difficoltà che a quanto pare anche la concorrenza sta affrontando: «I nostri concorrenti stanno investendo molto per far crescere il numero degli abbonati, ma costruire una piattaforma di streaming di successo e di grandi dimensioni è difficile: probabilmente, secondo le ultime stime, tutti sono in perdita».