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Il mondo è un posto migliore se lo guardi con Natasha Gupta
Il suo format TikTok "exploring *un tale Paese* until it's ugly", e le sue sentenze di bellezza o bruttezza, sono uno straordinario ASMR geografico.

Durante il lockdown c’era chi registrava lo schermo durante le sue “passeggiate” su Google Street View, una trovata abbastanza disperata per ovviare all’impossibilità di osservare il mondo esterno fisicamente. Risalendo ancora più indietro nel tempo, possiamo arrivare a GeoGuessr, il gioco in cui venivi scaraventato a caso in un posto, sempre su Google Maps, e dovevi capire dove ti trovavi. Proprio in questi giorni, invece, si sta parlando molto di una nuova funzione di Google Maps che ci permetterà di vedere com’era il proprio quartiere 80 anni fa. Insomma, negli anni Google Street View si è dimostrato uno strumento capace di ispirare programmatori, artisti e giornalisti, come Alan Taylor dell’Atlantic, che nel lontano 2013 aveva realizzato una galleria fotografica dei punti in cui “il mondo finisce”. Programmatori, artisti e giornalisti, dicevamo, e visto che siamo nel 2024, tiktoker. La più recente evoluzione della storia d’amore tra noi e Google Maps, infatti, ha le gradevolissime sembianze di una ragazza di origine singaporiana e indiana che vive a Londra. Si chiama Natasha Gupta e ha avuto l’intelligente intuizione di completare un giochino che esisteva già “mettendoci la faccia”. Il giochino, che già circolava su TikTok, consiste nell’esplorare con Google Street View una città, o una regione, selezionando le vie in cui posizionarsi muovendo il cursore alla cieca, e continuando a selezionare punti da vedere finché non si capita in un luogo che consideriamo “brutto”.
@natooooooosh In this video, I explore Japan until it’s ugly. #googlemaps #explore #travel #geoguessr #japan ♬ original sound – Natasha Gupta
Come ha raccontato alla Cnn, che le ha dedicato un lungo articolo, Natasha Gupta ha pensato di aggiungere a questo gioco normalmente condotto da tiktoker che lo facevano inquadrando solo la mappa, il suo mezzo busto e le sue adorabili espressioni facciali. Ha anche coniato una formula semplice ma efficace: «Exploring (nome del Paese, ad esempio, Italy) until it’s ugly». Niente di più: la ragazza non racconta niente di lei, anzi non racconta niente in generale, non sfoggia look particolarmente iconici, anzi è sempre vestita semplicissima, ha una bellezza molto naturale che si accorda con il format minimale. Semplicemente, si limita a esplorare i Paesi finché non sono brutti: è l’unica cosa che le interessa fare. Il video in cui esplora il Giappone finché è brutto ha finora accumulato più di18 milioni di visualizzazioni. Natasha scuote il cursore sul Giappone, seleziona un punto a caso e una volta catapultata lì, si gira intorno. Frangiflutti, mare, sole: «not ugly», sentenzia. Ne sceglie un altro, ingrandisce, e guarda: ponticello di legno, corso d’acqua, vegetazione: «non ugly», e via dicendo, finché non si trova in un posto che giudica “brutto” (non vogliamo certo spoilerare il video).
I commenti ai video mostrano quanto un format così semplice abbia in realtà delle potenzialità praticamente infinite. Tutti vogliono che Natasha esplori il loro Paese o la loro città, e così la ragazza è subissata di richieste che pare si stia impegnando a esaudire: «Fai l’Itaia», «Fai Milano», eccetera. C’è poi l’innegabile qualità AMSR di questi video: la rassicurante presenza della ragazza, la sua voce tranquilla quando dice un po’ meravigliata o un po’ delusa (non si capisce mai bene): «not ugly», il format ripetitivo, la semplicità. Attraverso gli occhioni di Natasha, il mondo sembra solo un insieme di luoghi che possono essere giudicati a livello istintivo, prima ancora che estetico, attraverso due categorie che potremmo definire infantili: brutto o non brutto. Con inaspettati risvolti comici, come quando la Torre Velasca, così giustamente adorata dai milanesi, conclude il video di Milano. «Brutto», decreta Natasha quando ci capita davanti, e il video finisce lì.