La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero
Domenica la Nasa ha diffuso un file audio nel quale si possono ascoltare i suoni emessi dal gigantesco buco nero che si trova al centro dell’Ammasso di Perseo, un ammasso di galassie a circa 240 anni luce di distanza dalla Terra. Viene così smentita una delle più famose tagline della storia del cinema, quella di Alien di Ridley Scott, che nel 1979 spiegava che «nello spazio nessuno può sentirti urlare» perché le onde sonore non possono viaggiare nel vuoto cosmico. In un tweet pubblicato su Nasa Exoplanets, l’agenzia spaziale americana ha spiegato che questa è una convinzione parzialmente errata. Sì, è vero che nella maggior parte dello spazio c’è il vuoto e quindi non c’è suono, ma è anche vero negli ammassi di galassie come quello di Perseo c’è talmente tanto gas che le onde sonore possono propagarsi. E qual è, quindi, il suono dei buchi neri, uno dei pochissimi suoni che si possono udire nelle profondità dello spazio? Che rumore fa l’oscurità eterna e infinita? Stando a quello che dice l’internet, un buco nero suona un po’ come i fantasmi di certi film horror. E ricorda anche un tantino alcuni pezzi di Björk.
The misconception that there is no sound in space originates because most space is a ~vacuum, providing no way for sound waves to travel. A galaxy cluster has so much gas that we've picked up actual sound. Here it's amplified, and mixed with other data, to hear a black hole! pic.twitter.com/RobcZs7F9e
— NASA Exoplanets (@NASAExoplanets) August 21, 2022
La registrazione è stata realizzata dal telescopio orbitale nasa Chandra X-ray, ma il suono da esso catturato era talmente basso che i tecnici Nasa lo hanno dovuto amplificare miliardi di volte prima che diventasse percepibile dall’orecchio umano. «Gli astronomi hanno scoperto che le pressure wave [un tipo di onda sismica, ndr] emesse dal buco nero causavano delle increspature nel gas bollente circostante, increspature che potevano essere “tradotte” in una nota, una nota che però gli esseri umani non avrebbero potuto sentire perché 57 ottave più bassa della nota Do» – hanno spiegato gli scienziati in una nota ripresa dal Guardian – Una sonificazione [il processo attraverso il quale un insieme di dati di qualsiasi natura viene trasformato in suoni, ndr] come questa non era mai stata fatta prima […] perché riprende dei suoni veri e propri che sono stati percepiti dall’Osservatorio Chandra X-ray della Nasa».
Un processo scientificamente e tecnologicamente raffinatissimo, dunque, che su Twitter si è pensato bene di semplificare in modo da rendere la cosa comprensibile a tutti. E quindi, come detto, il buco nero sembra un fantasma secondo alcuni e una canzone di Björk secondo altri. Ci sono quelli a cui sono tornati in mente classici della fantascienza come Punto di non ritorno o dell’horror come Silent Hill. Altri hanno pensato a Echoes dei Pink Floyd. La meteorologa americana Natasha Stenbock è stata precisissima nella sua descrizione e ha detto che il buco nero le ricorda i rumori che fa il suo stomaco intorno alle sei e mezza del pomeriggio, quando si avvicina l’ora di cena, e ha lanciato così l’hashtag #HungryinSpace.