Hype ↓

Il museo di Ikea ad Älmhult, in Svezia

20 Giugno 2016

Il 30 giugno prossimo aprirà i battenti l’Ikea Museum, una mostra permanente dedicata dal colosso dell’arredo e alle sue conquiste più significative. Il Guardian ha visitato gli spazi espositivi in anteprima, scoprendo un susseguirsi di stanze con pareti di cartone che ricreano l’arredamento Ikea che ha segnato l’interior design di un dato periodo: nello stand del 1984 si nota il divano Klippan, e in quello del ’77 la sedia Poem, poi diventata la celeberrima, molto diffusa Poäng.

main_exhibition_our_roots_04

main_exhibition_our_story_01

Gli oggetti del museo di provenienza più lontana nel tempo, in realtà, non hanno a che vedere con l’arredamento: il visitatore potrà osservare la vecchia scatola di sigari in cui il fondatore di Ikea – allora un servizio di spedizioni postali – Ingvar Kamprad teneva i proventi delle vendite del pesce che aveva pescato. Parlando di Kamprad, una parete della mostra titolata “Il mio più grande fiasco” è dedicata anche alle vecchie simpatie dell’ormai novantenne per il nazismo; in generale, tra i mobili di teak e di quercia, nel museo Ikea trovano spazio anche alcuni lati più controversi del gigante svedese.

main_exhibition_our_story_05

Ikea Museum sorge ad Älmhult, nella parte meridionale del Paese, sul sito della prima fabbrica della società, di cui il pavimento consumato è rimasto inalterato, tanto per immergere il visitatore in un’atmosfera d’altri tempi quanto per ribadire l’etica lavorativa di cui Ikea si fregia fin dalla sua fondazione. Älmhult, peraltro, nel tempo è diventata un tributo alla società di Kamprad: nella cittadina di 9 mila abitanti si trovano un albergo brandizzato (che accoglierà i turisti che accorreranno da ogni parte del mondo per visitare gli spazi del museo), una flotta di biciclette Ikea e addirittura una banca col riconoscibile logo giallo e blu. Chi deciderà di andarci per visitare il museo, potrà anche gustare le polpette köttbullar in un ristorante presente all’interno dell’edificio.

main_exhibition_our_story_20
Nelle immagini: gli stand, nell’ordine, degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta, e campioni usati attualmente.
Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti