L'economia dell'attenzione non lascia scampo: Demna da Gucci è la notizia della settimana, arrendetevi, è inutile che proviate a cercare altro nei vostri feed.
Il collettivo MSCHF ha realizzato una borsa così piccola che per vederla serve un microscopio
Artisti, designer o social media manager? Ce lo chiedevamo nel 2021 in questo articolo, e continuiamo a chiedercelo. Dalle Nike con l’acqua santa alle Birkenstock fatte dagli “scarti” di una Birkin di Hermès, fino ai Big Red Boots che hanno invaso i social all’inizio di quest’anno, sono anni ormai che assistiamo ai lanci virali del collettivo MSCHF. Se loro ultima trovata rischia di passare inosservata è perché è quasi invisibile. Come ha raccontato il New York Times, infatti, la versione della tote OnTheGo di Louis Vuitton disponibile in un’unica colorazione – verde fosforescente – misura 657 x 222 x 700 micrometri. È più piccola di un granello di sale, quindi, e abbastanza stretta da passare attraverso la cruna di un ago. «Questo non è il tipo di borsa che può essere riempita di verdure al mercato: al massimo potrebbe essere usata per portare in giro una o due piastrine», scrive Callie Holtermann su Nyt.
La microborsa è fatta di resina ed è stata creata attraverso un processo chiamato polimerizzazione a due fotoni, una sorta di stampa 3D per oggetti microscopici. Il modello OnTheGo è stato scelto perché il suo design molto semplice (un rettangolo con i loghi) poteva essere riprodotto in modo riconoscibile su scala così piccola. Il colore brillante e la leggera trasparenza hanno lo scopo di renderla più visibile quando illuminata dal basso su un vetrino da microscopio (la borsa sarà venduta in una custodia di gel sigillata premontata sotto un microscopio con display digitale). Quando sono arrivati i primi campioni della borsa, pare che il team di MSCHF ne abbia persi alcuni.
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«Ci sono borse grandi, borse normali e borse piccole, ma questa chiude il discorso sulla miniaturizzazione delle borse. Man mano che un oggetto un tempo funzionale come una borsetta diventa più piccolo, il suo status di oggetto diventa sempre più astratto fino a diventare puramente il significante di un brand», spiega il collettivo nel post dedicato alla borsa, in cui si possono vedere i minuscoli loghi Louis Vuitton in rilievo. Completamente spogliata della sua funzione pratica, la dimensione della borsa diminuisce ed essa si trasforma in un accessorio-gioiello, fino a diventare un simbolo.
La micro-borsa verrà venduta il 19 giugno in occasione di Just Phriends, un’asta organizzata da Sarah Andelman, ex direttore creativo della boutique parigina Colette, chiusa nel 2017, e Joopiter, la casa d’aste fondata da Pharrell Williams. Nonostante il collegamento con Williams, MSCHF ha affermato di non aver chiesto alcun permesso di utilizzare il logo o il design di Louis Vuitton, «siamo della scuola “chiedi scusa, non il permesso”», hanno detto (e infatti negli ultimi anni sono stati portati in tribunale prima da Nike, poi da Vans). Pare che Pharell l’abbia presa bene, però, anche perché, come hanno detto MSCHF al Nyt, «sappiamo che ha una predilezione per gli oggetti di dimensioni strane: ama i cappelli molto grandi, quindi gli abbiamo fatto una borsa incredibilmente piccola».