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Chi era John Wesley, l’artista erotico che ha mescolato la Pop Art con il minimalismo

11 Febbraio 2022

L’ha annunciato il New York Times: John Wesley è morto il 10 febbraio nella sua casa di New York all’età di 93 anni. Nel corso di una carriera durata cinque decenni, Wesley è diventato famoso per i dipinti in cui si divertiva a inserire personaggi dei fumetti più innocenti in situazioni cariche di sessualità e violenza. «La sua arte cattura un sadismo decisamente americano che è tanto avvincente quanto inquietante», scriveva Catherine Taft su Artforum recensendo una sua mostra del 2015 da Fredericks & Freiser, la sua galleria.

Nato a Los Angeles nel 1928, John Wesley era figlio di un impiegato di un negozio di ferramenta e di una dipendente di una compagnia telefonica. Quando aveva 5 anni suo padre morì per un ictus e Wesley fu mandato a vivere in un orfanotrofio. La madre lo riprese con sé un anno dopo, ma il bambino rimase traumatizzato dall’evento e, anche da adulto, non smise mai di sentirsi un outsider. Dopo un periodo in una scuola d’arte, frequentata di sera mentre svolgeva vari lavori saltuari, Wesley diventò un illustratore per la Northrop Aircraft e poi, trasferitosi a New York, un impiegato delle poste. Un lavoro che non amava (descriveva il servizio postale degli Stati Uniti come «una prigione molto rispettabile, piena di prigionieri molto educati») ma che sfruttò per i suoi dipinti, che spesso richiamano i francobolli in alcuni elementi e nella struttura compositiva.

Spesso inserito tra i nomi della Pop Art per via della sua appartenenza alla scena newyorkese degli anni ’60 e ai suoi dipinti piatti, da cartone animato, il lavoro di Wesley si distacca da quello dei colleghi per i soggetti puramente erotici e il disinteresse nei confronti della critica al consumismo. Le sue immagini pulite, semplicissime, attirarono l’attenzione dei più importanti artisti minimalisti di New York, Dan Flavin e Donald Judd, che rimasero suoi amici e convinti sostenitori del suo lavoro per tutta la vita, tanto che nel 1983 Judd dedicò alle opere dell’amico un’intera galleria della sua Fondazione Chinati a Marfa, in Texas.

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