Dalla sfilata di The Row, dove le gemelle Olsen hanno bandito telefoni e post sui social media, al dibattito sull’uso dell'intelligenza artificiale, sembra non esserci mai stata così tanta distanza, nella moda, tra immagini e oggetti.
Dopo l’esplosione della narrazione intorno alle sfilate, la moda oggi sembra essersi assestata su una prudenza che non è banalità, ma che di certo racconta di un momento difficile.
Lo storico e curatore ha portato a Milano tre performance che mettono in discussione il senso della moda di oggi.
Non è un rapporto nuovo ma è sempre più stretto il legame tra paparazzate e campagne pubblicitarie dei grandi brand.
I pochi giorni di collezioni maschili hanno riportato in passerella un’idea di eleganza morbida e quotidiana, quasi un rifugio in tempi difficili.
Magliano torna a Firenze dopo cinque anni con un progetto maturo, che rappresenta un modo nuovo di intendere la moda in Italia. Qualcosa che si è intravisto anche altrove.
La fascinazione per l’abbigliamento da lavoro è sempre stata fortissima nella moda, da Margiela a Miuccia Prada fino a Demna. Ma nell’epoca del casualwear e dell’iperconessione, può essere ancora portatore di idee rivoluzionarie?
Se North West, “figlia di” appena decenne, può distruggere un vestito di fronte a chi l’ha realizzato, che senso ha la critica di moda oggi?
Ha inaugurato a Shanghai Pradasphere II, la mostra che esplora la storia del marchio e che cerca di coglierne l’essenza, quella Prada-ness «che non riusciamo a spiegare in parole semplici, ma che sappiamo esattamente cos’è», come racconta Raf Simons.
Il documentario di Apple TV+ e le numerose comparsate delle sue protagoniste alle ultime sfilate raccontano di una nostalgia dura a morire, e di una moda che non esiste più. Ma che ha anche qualcosa da dire sull’oggi.
Come già a Milano, la stagione appena conclusasi è stata perlopiù pragmatica e visibilmente afflitta dall’incertezza e dalle pressioni del momento storico. Ma la moda è ormai davvero solo lusso?
Resoconto dell’incontro che si è tenuto a Milano durante la rassegna curata dalla giornalista del New York Magazine Cathy Horyn, uno dei pochi eventi culturali della fashion week.