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Tutte le domande di Miu Miu

L’intervento dell’artista Goshka Macuga accompagna la collezione Primavera Estate 2025, in cui Miuccia Prada è tornata a farsi tutte le grandi domande a cui oggi nessuno, soprattutto la moda, sembra saper rispondere.

di Silvia Schirinzi

“Salt looks like sugar” è il titolo della collezione Primavera Estate 2025 di Miu Miu, presentata l’1 ottobre a Parigi nel giorno di chiusura della settimana della moda. Nell’invito c’erano due zollette di quello che sembrava zucchero, ma poteva effettivamente essere qualcos’altro di molto meno dolce. Proprio su quel dubbio, e sul nostro rapporto con la verità e l’inganno nell’era della disinformazione dilagante, si basava il lavoro che ha accompagnato la collezione, curato dall’artista polacca Goshka Macuga. All’interno del Palais d’Iéna, una rotativa in funzione “stampa” il giornale creato da Macuga, The Truthless Times, che è anche appoggiato su ogni seduta insieme a una nota della stessa artista. The Truthless Times non ha articoli ma solo titoli, seguiti da un QR Code, e pubblicità senza immagini ma solo parole, su uno sfondo azzurro, il cui tenore è: “A cosmetic bottle floats in front of an unwrinkled face. Logo”, “In a dingy urban landscape, a can of air freshener emits a triangle of greenery. Logo”, “A recognizable figure sits in a corner cradling a leather purse. Logo”.

Lo strillo di copertina recita a caratteri cubitali “Ending Unending As Future Moves to Past” e rimanda a un articolo scritto da Shumon Basar, curatore britannico e autore di The Age of Earthquakes e The Extreme Self, intitolato “We’re in the Endcore Now”, che compare, curiosamente, anche dietro al photocall dove celebrity e influencer si fanno fotografare. Sulla destra, lanciato dal fosco “Influence operations disrupt reality”, c’è invece un saggio della ricercatrice australiana Kate Crawford, “Welcome to the psychopolitics of AI”. Sono due articoli molto diversi fra loro ma entrambi interessanti: se pensavate fossero innocui link per distrarre gli ospiti in attesa dello show, vi sbagliavate, perché The Truthless Times sembra prendere le cose molto più sul serio di quanto non facciano molti quotidiani oggi. La produzione del giornale cartaceo, nell’intento di Macuga, si riflette poi nel film narrativo che introduce lo show vero e proprio, i cui protagonisti sono due ricercatori sotto copertura del Truthless Times, Pathos e Logos, che – come noi – vivono in un’epoca in cui la manipolazione della verità è all’ordine del giorno.

Quella realizzata da Macuga è la prima manifestazione di “Miu Miu Tales & Tellers”, uno speciale progetto che prenderà il via, sempre al Palais d’Iéna, dal 16 al 20 ottobre. In quell’occasione, i visitatori potranno vedere ogni cortometraggio della serie Miu Miu Women’s Tales, inaugurata nel 2011 come piattaforma per supportare registe di talento da tutto il mondo, così come tutti i video degli interventi artistici realizzati per le sfilate del brand a partire dalla Primavera Estate 2022. Ci saranno anche delle conversazioni live, come ormai d’abitudine per Miu Miu, e l’ingresso sarà gratuito e aperto al pubblico (a partire dal 3 ottobre sarà possibile registrarsi sul sito del marchio). Se è vero che negli ultimi anni Miu Miu è stata protagonista di una vera e propria “rinascita”, sia nella cultura pop che nei negozi – come dimenticare la famigerata minigonna che ha introdotto il brand a una nuova audience – è vero anche che Miu Miu c’è sempre stata e che di pensieri, e interrogativi, sulle donne, su come si vestono e come vivono, ne ha sempre avute tanti. Le domande poste da Goshka Macuga si accompagnano perciò a una collezione in cui Miuccia Prada ha voluto riprendere in mano alcune delle cose che più le interessano, e cioè il concetto di vanità, soprattutto femminile, e come questa si leghi ai tanti inganni che scandiscono le nostre vite: con noi stesse, con gli altri, con la realtà che consumiamo sui nostri schermi digitali.

Dopo aver parlato di ragazze che vogliono vestirsi da donne e donne che hanno imparato a vestirsi delle loro esperienze con la collezione Autunno Inverno 2024, la signora ha guardato alle ragazze nel momento in cui si scoprono, nel senso che iniziano a conoscersi. La giovinezza è perciò un «momento di verità assoluta», in cui le menti non sono ancora intontite dagli stimoli del mondo, e che si riflette negli abiti bianchi di cotone che hanno aperto lo show. Una semplicità vestimentaria che via via si complica, sbotta rissosa di colori e fantasie, ovviamente d’archivio, e rimette mano ai classici ribaltandone il modo in cui si indossano: gli abiti chemisette in cotone sono abbassati e ripiegati attorno al corpo, i maglioni si trasformano in top, le camicie si portano attorcigliate: «capi indossati nel modo sbagliato per provare qualcosa di nuovo», si legge nella nota ufficiale. Ha scritto Alexandra Hildreth su X che questo styling ricorda il modo in cui ragazze e ragazzi si vestono oggi su TikTok: le cinture si portano a tre a tre, il golfino si lega tra la spalla e l’ascella o si porta come sciarpa, allora perché non come bustino ma anche sottogiacca, sembra suggerire Miuccia, una maniera perfetta per intabarrarsi prima dell’imbarco in aereo quando il bagaglio supera il peso consentito. Come i titoli ingannevoli che solleticano la nostra sempre più bassa capacità di concentrazione, siano essi online o su un giornale di carta pensato per farci riflettere sui “contenuti” che consumiamo ogni giorno, così i pezzi del guardaroba si trasformano in altri pezzi, ricomponendosi poi nell’uniforme Miu Miu che conosciamo. Nel cast c’erano, come sempre, tanti volti famosi, da William Dafoe, che ha chiuso la sfilata, a Rose Kidman-Urban (sì, la figlia di Nicole Kidman) che l’ha aperta, fino a Eliot Sumner, Hilary Swank, Alexa Chung e Minnie tra gli altri. Alcuni erano molto riconoscibili, altri decisamente meno, cosicché mentre passavano il pubblico si chiedeva “Ma ci ho visto bene o quella era?”, ma intanto loro erano già passati e solo i più accorti avevano già il video da condividere sui social, perché alla fine Miuccia Prada sa sempre quello che vogliamo.