Moda | Sfilate

Miu Miu è il luogo dove tutte le idee sulla femminilità si incontrano

Reggiseni esposti, stole di pelliccia, cotonature sfatte e un cast che unisce personalità le quali, ognuna in maniera diversa, raccontano una storia sul presente: nell’idea di donna di Miuccia Prada ci sono tante cose, anche gli uomini.

di Silvia Schirinzi

Miu Miu Autunno Inverno 2025-2026. Photo courtesy of Miu Miu

Se dovessimo guardare a quello che rimane di questo stanco mese della moda, dovremmo constatare che, alla fine, c’era una po’ di tutto. Un po’ (troppo) boho-chic, qualche residuo di minimalismo (anche ben riuscito, com’è nel caso di The Row), ma soprattuto molti anni Ottanta, declinati a seconda della personale visione del Direttore creativo di turno, da Valentino di Alessandro Michele a Tom Ford secondo Haider Ackermann, passando per Louis Vuitton di Nicolas Ghesquière e Saint Laurent di Anthony Vaccarello, che ha scelto di concentrarsi su una silhouette quasi impossibile (tutta spalle e girovita basso), declinata in colori acidi. Fatta eccezione per Michele, che di quella decade prende tutto quello che abbiamo derubricato come terribilmente passé, questo ritorno agli anni Ottanta è perlopiù da intendersi come nostalgia di un’idea di glamour cristallizzata in quell’epoca, a immagini di donne dalle proporzioni perfette, ancor più enfatizzate dagli abiti che indossano. Ma riflettere sugli archetipi femminili fa parte del mestiere della moda, come ha detto Miuccia Prada ai giornalisti accalcati intorno a lei dopo lo show di Miu Miu: «Io non li considero cliché […] Ok, vogliamo essere indipendenti, ma cosa vogliamo dire sulla nostra femminilità, in termini di pensiero?».

Sarah Paulson. Miu Miu Autunno Inverno 2025-2026. Photo courtesy of Miu Miu
Cortisa Star. Miu Miu Autunno Inverno 2025-2026. Photo courtesy of Miu Miu

La collezione per L’Autunno Inverno 2025 si intitolava perciò “Femininities”, al plurale, e voleva giocare con tutti quegli elementi che nell’immaginario collettivo sono legati all’idea di ragazza, donna, femmina: i reggiseni a punta degli anni Cinquanta, ad esempio, come quelli indossati dalle protagoniste di Mad Men, le mantelle e le stole in pelliccia (con immancabile riferimento all’archivio, per gli impallinati), le cotonature storte e un po’ spettinate che ricordano la cofana ribelle della principessa Anna (vera icona di stile di quella famiglia, sempre ingiustamente sottovalutata), le spille e gli orecchini vistosi. Le borse si portano al braccio con posa vezzosa, la stola con sprezzatura, le tette appuntite aprono il passaggio di questi personaggi che ci riportano all’idea del femminile ma la espandono, grazie a uno dei cast più azzeccati degli ultimi tempi. Ci sono attrici, come Sarah Paulson, ma anche musicisti giovanissimi che si sono fatti notare online e sono già di culto: Towa Bird, rockstar venticinquenne; Cortisa Star, rapper diciannovenne transgender diventata virale grazie alla piattaforma 4 Shooters Only; Nettspend, rapper diciassettenne, un po’ Kurt Cobain un po’ Justin Bieber, almeno secondo i suoi fan. «È molto interessante guardare a come si è evoluto il casting di Miu Miu negli ultimi anni, sono sempre sintonizzati su quello che succede nella cultura pop. Davvero hanno messo Cortisa in passerella????!!! Qualcuno frequenta assiduamente la nicchia alternativa di internet! 10 su 10 al marketing!», si legge su X, dove le foto di Cortisa e degli altri membri del cast della sfilata cominciano a girare sin da subito.

Miu Miu Autunno Inverno 2025-2026. Photo courtesy of Miu Miu
Miu Miu Autunno Inverno 2025-2026. Photo courtesy of Miu Miu

Il lavoro sul casting fatto da Miu Miu è intelligente perché va oltre l’arruolamento dell’ultima sensazione andata virale, ma cerca invece di far coesistere il Dna del brand, nella forma che Miuccia Prada ha plasmato nel tempo, con la contemporaneità, in un esercizio di stretching vero e proprio che non appare forzato ma al contrario sempre coerente. Miu Miu è un luogo dove tutte quelle idee sulla femminilità possono incontrarsi, e anche scontrarsi, dove i reggiseni «contornano il corpo, rimodellando visioni verso l’esterno» – il seno come prua, come vessillo di esplorazione e non solo esplorato, come bussola e come radar – e dove le curve delle donne non sono solo quelle letterali. «L’identificazione del femminile è sinonimo di curva», si legge nella nota ufficiale, e la curva è anche quell’elemento che si ritrova nei capi o progettata sotto di essi, così da ottenere delle forme. La curva libera gli abiti da ogni limite e può trasformare anche «ciò che è essenzialmente maschile» in qualcosa di simile ma diverso, in una variazione più o meno inaspettata dell’identità preconfezionata – @insidethemood ha citato I travestiti di Lisetta Carmi – uomini morbidi e donne pungenti, anzi penetranti, nulla di rivoluzionario ma tutto finalmente quotidiano.